Confindustria: «Priorità è la riforma del fisco»

BERGAMO- Dalle auto blu con la scorta a diversi pullman, gli imprenditori stanno arrivando in tanti alla Fiera di Bergamo per raccogliere l’invito di Confindustria a confrontarsi nelle seconde assise generali della storia dell’associazione degli industriali. Ampio dibattito interno, sono attesi circa seimila tra grandi e piccoli industriali, per confrontarsi su tre fronti: la stessa Confindustria, le relazioni industriali, una agenda di proposte al governo. Sono otto i tavoli tematici per i lavori della mattina: le imprese che vogliamo, il compito di Confindustria; azioni industriali per la produttività; fisco credito e finanza; infrastrutture ambiente e energia; pubblica amministrazione, semplificazioni e costi politica; giovani, merito e opportunità; tecnologia, ricerca e innovazione.


«La priorità è la riforma fiscale»; «chiediamo il minimo indispensabile perchè il Paese possa uscire da questa sofferenza»; «per Confindustria è la giornata dell’ascolto della basi»; «al governo chiediamo che sblocchi tutto quello che ha promesso in questi anni», sono tra i commenti all’arrivo. Per il past presidente Giorgio Fossa è l’occasione anche «ridiscutere il futuro di Confindustria. Ci sono delle modifiche da fare, Abbiamo idee chiare, ed è giusto che ad un anno dalla fine del mandato sia la presidente Emma Marcegaglia a tirare le somme». e quanto al rapporto tra politica e governo, dopo le parole di giovedì scorso del premier Silvio Berlusconi, Fossa dice:


– Cosa possono fare gli imprenditori? Pagano le tasse e vanno a votare. Le regole del gioco sono chiare, ognuno fa il suo mestiere. Non abbiamo chiesto troppo.


Per il manager Umberto Quadrino oggi va ribadito che «la priorità è il fisco». Il presidente di Assolombarda, Alberto Meomartini, arrivando sottolinea che oggi l’obiettivo è definire «una agenda per lo sviluppo», e bisogna puntare su «indirizzi di medio termine perchè le soluzioni a breve non ci sono».


– Servono regole, coerenza, indirizzi di fondo – afferma -. Non possiamo più vedere alla finestra. Non sono assise di rivendicazione ma assise di responsabilità.


Per Diana Bracco «tutto il Paese deve puntare su innovazione e competitività: ed al governo, dice, «chiediamo attenzione».


Dal canto suo, Emma Marcegaglia chiama gli industriali alla conta, misura il consenso, cerca un mandato pieno dalla platea di 5.700 imprenditori alle assise generali di Confindustria a Bergamo. Che sono stati chiamati a votare punto su punto, scegliendo tra varie opzioni (il voto è avvenuto con con un messaggio sms), le proposte che la presidente di Confindustria poi rilancerà, come preannunciato, in una agenda di priorità da proporre alla politica. Tra gli interventi, da quanto trapela dalla convention a porte chiuse, sono state notate come voci di forte stimolo, non senza critiche, quelle di Andrea Tomat in rappresentanza degli industriali veneti, e di Aurelio Regina, leader degli imprenditori laziali. I veneti avrebbero chiesto più forza nell’azione politica di Confindustria, fino a far capire di sentirsi poco rappresentati da via dell’Astronomia: così è stato interpretato da diversi presenti l’intervento di Tomat. Mentre Aurelio Regina avrebbe incentrato il suo intervento sulla Confindustria del futuro, su cosa e come dovrebbe cambiare nel sistema associativo, nella sua forza e nel suo ruolo sui fronti esterni come governo e sindacato. ‘


– Quasi un programma, una piattaforma elettorale – commenta un imprenditore presente, ricordando che Regina, che può contare su un buon rapporto con Luca Cordero di Montezemolo, secondo i primi rumors potrebbe correre per la successione a Emma Marcegaglia, a maggio 2012.


L’ex presidente Luca Cordero di Montezemolo è arrivato nel pomeriggio alle assise di Bergamo. A quanto si apprende, la sua intenzione sarebbe quella di ascoltare, partecipare come uno dei tanti imprenditori, senza parlare pubblicamente, ”per rispetto” verso gli attuali vertici di Confindustria. Tra le presenze che sono state notate, anche quella dell’amministratore delegato di Thyssenkrupp in Italia, Herald Espenhahn, condannato a 16 anni e mezzo con la ”storica” sentenza di Torino che, lo scorso aprile, per la prima volta ha equiparato la morte sul lavoro di sette operai (uccisi dal rogo del 6 dicembre 2007) a un omicidio volontario. Lo scorso 17 aprile il presidente della Thyssen in Italia, Klaus Schmitz aveva auspicato ”una riflessione su queste condanne” sottolineando:


– Siamo regolarmente associati a Confindustria e abbiamo bisogno di avere garanzie per il nostro futuro. Confindustria ci deve rappresentare, deve reagire a questa sentenza. Dall’associazione degli industriali italiani ci aspettiamo tutela e passi ufficiali.