Bin Laden, parla il figlio: “Mio padre è ancora vivo”

IL CAIRO – Uno dei figli di Osama bin Laden sostiene che lo sceicco del terrore è ‘’ancora vivo’’ e mette in dubbio la notizia della sua uccisione nel blitz di domenica scorsa delle forze speciali americane in Pakistan. Lo rivela il giornale egiziano al-Wafd. Il quotidiano scrive che ‘’fonti della famiglia di bin Laden’’ gli hanno riferito di una ‘’telefonata’’ ricevuta ‘’martedì mattina’’ da ‘’due fratelli’’ dello sceicco del terrore, ‘’Khalid e Abdelaziz’’, ed effettuata da ‘’Samy bin Laden’’, figlio di Osama. Nella breve conversazione, secondo il giornale, ‘’Samy bin Laden ha assicurato agli zii che il loro fratello è ancora vivo e che quello che sostengono i media è falso’’.


Al-Wafd sottolinea che nella telefonata il figlio dello sceicco del terrore ‘’non ha precisato se bin Laden sia stato arrestato e sia ancora vivo o se tutta la vicenda è falsa’’. Infine, il giornale riporta che ‘’nella telefonata Samy aveva fretta per motivi sicurezza e non dava molti dettagli, ma era tranquillo, perché convinto che suo padre sta bene ed è ancora vivo’’.


Intanto una delle vedove dello sceicco, la yemenita Amal al-Sadah di 29 anni, – secondo quanto hanno riferito fonti degli agenti dell’inteligence che la stanno interrogando citate dal quotidiano ‘Dawn’ – ha rivelato che fin dal 2003 Osama bin Laden aveva lasciato l’area tribale pachistana al confine con l’Afghanistan per andare a vivere nel villaggio di Chak Shah Mohammed, non lontano da Islamabad. La donna è una delle tre vedove di Osama sotto custodia pachistana. Il villaggio di Chak Shah Mohammed si trova nel distretto di Haripur, 40 chilometri a sud est di Abbottabad. Amal ha riferito agli inquirenti che, dopo aver vissuto due anni e mezzo nel villaggio, l’intera famiglia di bin Laden si è trasferita ad Abbottabad dove era stata costruita per loro la casa dove è avvenuto il raid. Per anni, si era sempre creduto che, sin dalla sua fuga dalle grotte di Tora Bora alla fine del 2001, il saudita si fosse nascosto, magari in un’altra grotta, nell’area di confine fra Pakistan e Afghanistan. “Quest’uomo ha vissuto in mezzo a noi ad Haripur e Abbottabad per 7 anni e mezzo e noi tutti, pachistani e americani, lo cercavamo nella direzione sbagliata”, ha commentato un funzionario, citato da ‘Dawn’.

I video


“I nostri attacchi contro di voi proseguiranno finche’ proseguira’ il vostro sostegno a Israele”. Così Osama bin Laden si rivolge agli Stati uniti in un audiomessaggio registrato prima di essere ucciso. “L’America non potra’ sognare la sua sicurezza, fino a che noi non vivremo la stessa sicurezza in Palestina”, minaccia nel messaggio il fondatore di Al Qaida. “E’ ingiusto che voi viviate in pace mentre i nostri fratelli a Gaza vivono nell’angoscia. Per questo e se dio vuole, i nostri attacchi contro di voi proseguiranno finche’ proseguira’ vostro sostegno ad Israele”, aggiunge lo sceicco in questa breve registrazione.


Intanto, il Dipartimento della Difesa americano ha reso pubblici 5 video del leader di Al Qaida sequestrati nel suo rifugio in Pakistan in cui Osama compare o nell’atto di pronunciarenuovi messaggi, oppure nell’atto di guardare video di se stesso, precedentemente registrati. Se il mondo voleva la prova che Osama bin Laden era davvero ilcapo di Al Qaida ed era davvero nascosto ad Abbottabad, “ora cel’ha”: Secondo il Pentagono, dal materiale sequestrato emerge “in modo chiaro” che Osama bin Laden aveva ancora il pieno controllo di Al Qaida, e che il suo nascondiglio fungeva “come un vero centro di comando”.

Al Qaeda in rivolta


BAGHDAD – Almeno 17 persone, fra cui sei ufficiali di polizia e 11 militanti, sono rimaste uccise a Baghdad in una rivolta di detenuti di al Qaeda scoppiata nella sede del dipartimento antiterrorismo del ministero degli Interni, dove erano in corso degli interrogatori. A guidare la rivolta è stato Abu Huzaifa al-Batawy, un militante di al Qaeda arrestato in dicembre, sospettato di aver organizzato l’assalto con presa di ostaggi alla chiesa di Baghdad, che lo scorso ottobre si concluse con 60 morti. Al-Batawi, riferiscono fonti della sicurezza, ha strappato una pistola delle mani di un poliziotto, dando inizio a violenti scontri che sono durati per oltre sei ore. Fra i morti vi è Muayad Saleh, capo del dipartimento anti terrorismo e lotta al crimine organizzato.