Conclusa la marcia per dire ‘no’ alla violenza

CITTÀ DEL MESSICO – Quattromila bambini assassinati negli ultimi 5 anni e indagini di polizia che riguardano appena il 5% dei 22mila delitti compiuti nello stesso periodo: questi i drammatici numeri che hanno spinto gli attivisti, seguiti da migliaia di semplici cittadini e 150 diverse organizzazioni civili, a scendere in piazza in Messico per dire basta alla violenza dilagante nel Paese.


La protesta prende il via dalla città di Cuernavaca, capitale dello Stato di Morelos, dove è partita la speciale marcia della pace che si è conclusa ieri. Gli aderenti, dopo aver percorso a piedi 90 km, sono giunti in piazza dello Zocalo a Città del Messico, per chiedere al governo di firmare il “patto nazionale per la pace”: un invito ad adottare serie misure di contrasto al narcotraffico. Il patto, è la richiesta, dovrà esse siglato a Juarez, città dove nel solo 2010 sono state assassinate tremila persone e già 804 nel 2011. Una delle questioni centrali, infatti, è la quantità di vittime innocenti che causa la “narco-guerra”, anche se l’esecutivo centrale continua a sostenere che il 90% delle 40mila persone uccise degli ultimi 5 anni, sia costituita da narcos.

Per questo i manifestanti hanno scelto come guida il poeta Javier Sicilia, che nell’offensiva lanciata al cartello della droga dal presidente Calderon, sempre nel 2006, perse il figlio Juan, assunto oggi come simbolo della protesta. Durante le sue dichiarazioni alla stampa, il giornalista ha messo in chiaro che giustizia non è vendetta, “nonostante io dovessi muovermi solo, non importa; la verità, è la verità, ed il fatto che la gente la senta è quello che importa”, ha detto.  In prima fila accanto a lui, precisa il quotidiano Avvenire, anche il vescovo di Saltillo, mons. Raul Vera López, da sempre impegnato nella lotta contro la criminalità.


Intanto, dopo il ritrovamento di 183 cadaveri sepolti in fosse comuni nello Stato settentrionale di Tamaulipas – riferisce l’agenzia Misna – sabato a Durango, capitale dell’omonimo Stato settentrionale, sono tornati alla luce altri 25 corpi individuati in altri cimiteri clandestini: dall’inizio di aprile sono in totale 144.