Papa: “Non abbiate paura degli estranei”

VENEZIA – “Dalla disperazione alla speranza”, dalla “paura” alla “comunione, condivisione, solidarietà”, con una identità forte che permetta il dialogo. Celebrando nel Parco San Giuliano di Mestre la prima messa pubblica del suo viaggio nel Nordest, davanti a una folla stimata in trecentomila persone, Benedetto XVI si è calato nel disorientamento di queste terre di antica tradizione cristiana di fronte alla crisi economica, alla modernità, e alle “inquietanti problematiche che pongono in crisi i fondamenti stessi dell’essere e agire” dell’uomo moderno.


“Anche un popolo tradizionalmente cattolico – ha osservato – può avvertire i contraccolpi” di questa cultura, mentre l’arrivo di “lontani ed estranei” può suscitare “paura” e chiusure. “Il Nordest aspetta di svolgere un nuovo compito”, aveva detto il Patriarca di Venezia Angelo Scola nel suo saluto al Papa. E questi nuovi compiti, ha spiegato papa Ratzinger, chiedono una fede che non si “svuoti della sua verità e dei suoi contenuti più profondi”, non diventi “orizzonte” che “solo superficialmente abbraccia la vita”, non si riduca ai soli aspetti “sociali e culturali”. Una fede che allontani la “paura”, “degli estranei, dei lontani che giungono nelle nostre terre e sembrano attentare a ciò che siamo”. E che di fronte a “immigrazione e nuove circostanze geopolitiche” rinsaldi quella “unità spirituale” che nei primi secoli cristiani emanò dalla Chiesa di Aquileia oltre i confini, generando chiese in Croazia, Slovenia, Austria, Germania e Ungheria.


Nel Regina Coeli un saluto alla comunità ebraica. Il Papa ha celebrato, in parte in latino, con 40 vescovi e circa 600 preti, 600 tra preti e diaconi hanno distribuito la comunione, la messa è stata animata da un coro di 1066 elementi. Preghiere dei fedeli in diverse lingue, tra cui molte dell’Est europeo, e invocazioni per la pace e la riconciliazione tra i popoli. Dal Papa anche un saluto alla comunità ebraica veneziana e al presidente Amos Luzzatto.