In 61 lasciati morire in mare nonostante gli Sos, Nato nega

LONDRA – “Decine di africani sono stati lasciati morire nel Mediterraneo dopo che unità militari europee e della Nato hanno apparentemente ignorato le loro richieste di aiuto”. La denuncia parte dal quotidiano britannico ‘The Guardian’ secondo il quale un’imbarcazione che trasportava 72 migranti, tra loro molte donne, bambini e rifugiati politici, ha avuto difficoltà dopo la sua partenza dalla Libia per Lampedusa alla fine di marzo. La Nato però nega l’accaduto.


Tutte le persone a bordo del barcone, tranne 11 – due dei quali morti successivamente – sono morti di sete e di fame dopo 16 giorni alla deriva. “Ogni giorno ci svegliavamo e trovavamo più corpi senza vita, li lasciavamo stare per 24 ore prima di gettarli in mare”, ha raccontato Abu Kurke, uno dei 9 sopravvissuti. “Alla fine non ci riconoscevamo, tutti pregavano o morivano”.


L’inchiesta del Guardian ha permesso di appurare che la barca trasportava 72 immigrati, era partita da Tripoli il 25 marzo. A bordo 47 etiopi, 7 nigeriani, 7 eritrei, 6 ghaniani e 5 sudanesi. Vi erano 20 donne e 2 bambini piccoli, uno dei quali aveva appena un anno. Erano diretti a Lampedusa ma dopo 18 ore in mare si erano manifestati i primi problemi e l’imbarcazione aveva iniziato a perdere carburante.