Dramma al Giro, il belga Weylandt muore dopo lo schianto in discesa

RAPALLO – Wouter Weylandt, corridore belga della Leopard Trek, è morto dopo una drammatica caduta nella terza tappa del Giro d’Italia. A circa 20 km dal traguardo Weylandt è caduto in un tratto in discesa. I soccorritori hanno praticato sull’asfalto il massaggio cardiaco all’atleta, ma è stato inutile.


Weylandt, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe sbattuto violentemente il volto contro l’asfalto o contro un muro che costeggia la strada. Il corridore , soccorso, giaceva a terra privo di sensi. E’ stato chiesto l’intervento di un’eliambulanza che ha provato a raggiungere il luogo dell’incidente, a circa 20 km da Rapallo. In attesa di trasportarlo in ospedale, sono continuati i tentativi di rianimare sul terreno il corridore del team Leopard-Trek. Al 26enne, sottoposto immediatamente a massaggio cardiaco, sono state praticate iniezioni di adrenalina e atropina. Ma come detto tutto è risultato inutile:
– Il cuore di Wouter Weylandt ha cessato di battere – ha reso noto RaiSport, durante la diretta, intorno alle 17.30.


– C’è stata una caduta la cui dinamica è in corso di accertamento. Immediatamente dopo la caduta siamo arrivati, eravamo, dietro al gruppo -ha spiegato a Rai Sport il prof. Giovanni Tredici che è stato tra i primi a soccorrere Wouter Weylandt-. Il corridore era già in stato di incoscienza con una frattura cranica estesa, abbiamo tentato una rianimazione facendo tutto quello che si doveva fare, ma dopo 40 minuti abbiamo dovuto sospendere il tutto. Anche il 118 ci ha detto che era inutile insistere. Nonostante il soccorso immediato non c’è stato nulla da fare.


L’organizzazione del Giro d’Italia ha deciso di annullare il cerimoniale previsto per la premiazione alla fine della terza tappa della corsa rosa, da Reggio Emilia a Rapallo, di 173 km.

Da ASerse a Coppi, quante tragedie!
Tony Simpson agonizzante sul Mont Ventoux al Tour del 1967 è l’immagine che più di ogni altra rappresenta il dramma delle morti avvenute sulle strade del ciclismo, insieme a quella di Fabio Casartelli, agonizzante al Tour de France del 1995.


Da oggi a queste sciagure si aggiunge quella del 26enne belga Wouter Weylandt, caduto durante un tratto in discesa della terza tappa del Giro. Ecco un riepilogo delle tragedie del ciclismo avvenute in gara o allenamento:
1935: lo spagnolo Armando Cepeda cade in un burrone nei pressi di Bourg-d’ Oisans durante il tour de France.


1937: il francese Andrè Raynaud, campione del Mondo degli stayer, resta ucciso in pista ad Anversa. 1950: Camille Danguillaume è travolto da una moto nelle fasi conclusive dei campionati nazionali di Francia a Montlhery.


1951: Serse Coppi cade nell’ ultimo chilometro del Giro del Piemonte. Sbatte la testa sulle rotaie, muore il giorno dopo.


1956: il belga Stan Ockers, iridato della strada, resta ucciso sulla pista del velodromo di Anversa.


1960: tragedia alle Olimpiadi di Roma: il danese Knud Jansen si sente male, e poi morirà, nel corso della 100 km. a squadre dei Giochi. Verrà poi fuori che prima della gara aveva fatto abuso di farmaci. A causa di questa tragedia il Cio introdurrà alle Olimpiadi i controlli antidoping obbligatori.


1967: il britannico Tommy Simpson è vittima di un malore e muore d’ infarto sul Mont Ventoux nel Tour de France.


1969: il francese Josè Samyn si scontra con un venditore di programmi durante una kermesse a Zingem.


1970: il campione del mondo professionisti, il belga Jean-Pierre Monserè, viene investito da una macchina che procede contromano.


1972: lo spagnolo Manuel Galera perde la vita cadendo in una tappa del
iro di Andalusia.


1976: lo spagnolo Juan Manuel Santisteban muore nella prima tappa del Giro d’ Italia: sbanda all’uscita di una curva, cade e sbatte violentemente la testa sul guardrail.


1984: il portoghese Joaquim Agostinho per evitare un cane che gli taglia la strada, durante il giro del’ Algarve sbatte la testa e muore dopo dieci giorni.


1986: il neo-professionista Emilio Ravasio sbatte la testa sul marciapiede al Giro d’Italia, e muore due settimane dopo.


1987: lo spagnolo Vicente Mata è investito durante il trofeo Puig.


1987: durante il Giro dell’ Alto Var il belga Michel Goffin va in coma per una caduta, muore sei giorni dopo.


1991: il dilettante belga Danny Alaerts muore per le ferite riportate nella caduta in una corsa ad Haecht, in ottobre 1992: il giapponese Sirassaka Noriakhi muore travolto da un camion durante un allenamento per i mondiali juniores di Atene. Sembra non abbia rispettato uno stop ad un passaggio a livello.


1993: Josep Gil Betancourt, 19 anni, dilettante spagnolo, in gara a Perpignan, in Francia, muore per una frattura al cranio.


1994: Geert De Vlaeminck, 26 anni, campione mondiale di ciclocross, muore durante una gara in Belgio, in ottobre.


1995: l’olimpionico di Barcellona 1992 Fabio Casartelli cade lungo la discesa dal Portet d’Aspet nella 15/a tappa del Tour, picchia la testa su un paracarro e muore qualche ora dopo.


1995: Nestor Mota, Augusto Triana ed Hernan Patino, colombiani, muoiono in un incidente stradale, mentre si allenavano a Manizales.


1995: il dilettante Phillippe Marchix, 22 anni, muore durante il Tour dell’Eure.


1999: lo spagnolo Manuel Sanroma è vittima di una caduta nel finale della seconda tappa del Giro di Catalogna.


2001: i gemelli Ochoa vengono travolti da una macchina durante un allenamento nei pressi di Malaga. Ricardo muore, Javier resta handicappato.


2003: Andrei Kivilev è coinvolto in una caduta durante la seconda tappa della Parigi-Nizza. Muore poco dopo nell’ospedale di Saint Etienne.


2005: Alessio Galletti muore su una salita delle Asturie mentre partecipava alla ‘Subida al Narancò.


2006: alla alla Sei Giorni di Gand muore lo spagnolo Isaac Galvez in seguito ad una caduta.


2009: Fabio Fazio, 23 anni dilettante muore dopo un malore durante la 45/a edizione del Gran Premio Città di Vinci, gara riservata ai Dilettanti Elite Under 23.


2010: al Giro del Friuli muore Thomas Casarotto, che viene ‘centrato’ in pieno da un’auto.