Berlusconi: «Mills? E’ un processo già morto e paradossale»

MILANO – Un processo ‘’già morto’’, ‘’paradossale’’, ‘’ridicolo’’ e che ‘’ha dell’incredibile’’. Silvio Berlusconi per la quarta volta in poco più di un mese in Tribunale a Milano in veste di imputato attacca i pm e cerca di difendersi dalle accuse per la vicenda Mills. E lo fa, non in aula davanti ai giudici, ma fuori dall’aula davanti ai giornalisti.


Arrivato al Palazzo di Giustizia giusto in tempo per l’apertura dell’udienza e vedersi revocare la contumacia, il premier, seduto in prima fila di fianco ai suoi difensori, dopo aver ascoltato la testimonianza dell’imprenditore Paolo Marcucci, ha atteso una lunga pausa dell’udienza per fare, come aveva annunciato poco prima ai cronisti, ‘’un regalino’’: rendere ‘dichiarazioni spontanee’ di fronte a taccuini e microfoni. E così, nel grande atrio dove poche ore dopo sono stati commemorati i magistrati Emilio Alessandrini, Guido Galli e l’avvocato Giorgio Ambrosoli, circondato da un cordone di guardie del corpo, dopo aver fatto distribuire o in fotocopia una sintesi della sua autodifesa datata 2008, è partito con le consuete bordate anti-pm e le frasi che da sempre va ripetendo: i processi nei suoi confronti non solo altro che un ‘’arma eversiva’’ e che, in particolare quello per la presunta corruzione di David Mills, a cui ieri ha partecipato per la prima volta, è ‘’una paradossale invenzione’’ e anche senza la legge sulla prescrizione breve ‘’è già morto’’.


Nonostante la pioggia di domande anche sui temi più attuali della politica (il più delle volte dribblate), il Presidente del Consiglio, ha approfittato del palcoscenico giudiziario per andare diritto a uno degli obiettivi di sempre: colpire i pm milanesi (‘’cancro della democrazia’’) che hanno istruito contro di lui 24 processi finiti con una sua ‘’assoluzione’’ o con una prescrizione che, precisa, ‘’non è una condanna’’.


Quello di ieri mattina, poi, in cui è ipotizzato un versamento di 600 mila dollari all’avvocato inglese per ottenere in cambio dichiarazioni fasulle o reticenti nei procedimenti per le tangenti alla Gdf e All Iberian, ‘’è il peggio di tutti’’.


– Non c’è il movente della corruzione – ha ribadito più volte – , non c’è la prova della dazione di fondi, non c’è nulla.


In più Berlusconi ha aggiunto di non ricordarsi di Mills nemmeno di quando ‘’l’ho visto in fotografia’’, dimenticandosi, come risulta dagli atti dell’inchiesta, di una telefonata notturna con il legale inglese del 23 novembre del 1995 e di incontro avvenuto nel luglio precedente al Garrick Club della City. Eppure di lui, Berlusconi, dice che aveva tentato di evadere il fisco inglese e che poi aveva pagato le imposte. Che era ‘’un teste dell’accusa’’ e che ‘’in pièu si è preso 10 miliardi di Fininvest e su cui il gruppo ha ‘’reagito’’.


– E’ assurdo – prosegue – pensare che qualcuno di Fininvest gli abbia regalato questi 600 mila dollari. Quindi questo è un processo – è la conclusione del Capo del Governo – che da qualunque parte lo guardi è paradossale. E’ ridicolo, incredibile. Ed è incredibile che lo Stato spenda tutti questi soldi per un processo come questo, surreale.


E ancora:
– Poi il finale è questo. Quando il pm si accorge che c’è la prescrizione inventa che l’eventuale reato di corruzione non si perfeziona quando il corruttore dà i soldi al corrotto, ma quando quest’ultimo comincia a spenderli. E la cosa terribile è che tre collegi hanno asseverato questa tesi. Da qui la richiesta al mio partito di una commissione di inchiesta per verificare se all’interno della magistratura c’è un’associazione con fini a delinquere.


Intanto in aula, oltre alla deposizione di Marcucci, l’udienza è stata ancora dedicata ai complessi movimenti bancari attorno ai conti di Mills. Un ‘’teatrino’’, come l’ha definito il presidente del collegio Francesca Vitale, con tanto di battibecchi tra accusa e difesa. Il culmine si è raggiunto durante il controesame del consulente dell’accusa, Gabriella Chiericla. Con il pm Fabio De Pasquale che ha spiegato ‘’di avere ‘’il dato certo di un versamento di 600 mila dollari a favore di Mills e un documento certo che dice che questo versamento è un regalo ricevuto da parte di Silvio Berlusconi’’ e i legali del premier che hanno puntato a ribaltare questa ipotesi: molte domande al consulente per dimostrare che in quei conti non sono state ritrovate tracce di versamenti diretti da parte di Berlusconi o dell’ex manager, morto anni fa, Carlo Bernasconi. Si riprende lunedì prossimo con la deposizione di Flavio Briatore e Marina Mahler.