Premier contro i pm ma salva i «giudici eroi»

ROMA – In tribunale a Milano per l’udienza del processo Mills, la prima a cui prende parte, Silvio Berlusconi torna ad attaccare a testa bassa i pm ma si unisce alle parole di Giorgio Napolitano sui ‘magistrati-eroi’ garantendo che il governo farà di tutto per aprire gli ‘armadi della vergogna’ al fine di stabilire la veritá sulle stragi. L’affondo contro i pm ricalca quanto già detto dallo stesso premier proprio nel capoluogo lombardo due giorni fa in un comizio elettorale a sostegno di Letizia Moratti.


– Ci sono tentativi reiterati da parte degli stessi pm di eversione – ribadisce il Cavaliere che poi domanda:
– E questo non è un cancro della democrazia?


Un giudizio che a suo dire non ha nulla a che vedere con un attacco ai magistrati:
– Non è vero che sono contro i giudici – mette in chiaro – sono grato ai magistrati che hanno respinto le accuse dei pm in 24 processi a mio carico.


Parole di elogio poi per i giudici uccisi dal terrorismo che il capo del governo definisce ‘’eroi’’davanti ai quali ‘’ci inchiniamo tutti’’. E nel giorno del ricordo delle vittime del terrorismo il Cavaliere in una nota condanna ‘’le tribune mediatiche e universitarie concesse con disinvoltura ai terroristi che sono stati protagonisti feroci e criminali di quegli anni’’, annunciando l’impegno dell’esecutivo ‘’a contribuire ad aprire tutti gli armadi della vergogna perchè nessuna strage rimanga più avvolta nel mistero’’.


Berlusconi è un fiume in piena nella pausa dell’udienza prima fa distribuire ai giornalisti una copia di una sua intervista rilasciata a Bruno Vespa proprio sul caso Mills e poi si lascia andare ad una sorta di comizio.
Ad essere presi di mira sono i ‘’i Pm di Milano’ che ‘’per 24 volte’’ gli hanno rivolto ‘’accuse infondate- dice- cercando di usare il diritto come arma contro quello che loro ritengono un avversario politico’’. E da qui l’ennesima richiesta di ‘’una commissione d’inchiesta per evidenziare se all’interno della magistratura ci sia un’associazione con fini a delinquere’’.


E’ il turno poi del processo Ruby che il Cavaliere non esita a definire ‘’una barzelletta’’ dove, a suo dire, ‘’non c’è la competenza né territoriale, né funzionale’’ dei magistrati milanesi. Quanto all’interessamento per la giovane marocchina trattenuta nella questura del capoluogo lombardo la notte tra il 27 e 28 giugno con l’accusa di furto, il capo del governo ha aggiunto:
– Io sono gentilissimo ed ho chiesto un informazione.


Il Cavaliere ne approfitta poi per tornare sulla vicenda dei famosi manifesti anti-pm che sono costati la candidatura a l’autore Roberto Lassini.


– Sono assolutamente una cosa indebita – è il giudizio del capo del governo che poi dice di aver chiamato lo stesso Lassini ‘’per ringraziarlo di aver rinunciato alla canidatura’’.
L’attesa della ripresa dell’udienza è l’occasione per il Cavaliere di parlare anche dell’attualità politica. Dice di non essere ‘’irritato’’ per le parole del Capo dello Stato Giorgio Napolitano in merito alla richiesta di una verifica della maggioranza, mentre spiega di non sapere cosa abbia detto Bossi:
– Lo sapete che non leggo i giornali – dice ai cronisti che gli chiedono un commento alle parole del Senatur d’accordo con il Colle -. Non ho sentito nulla.


Ma di fronte alla domanda su una possibile verifica parlamentare Berlusconi mostra tranquillità.
– Ne abbiamo già fatte tantissime dal 14 dicembre in poi e siamo prontissimi a farne un’altra – mette in chiaro il premier che poi torna a ribadire:
– La maggioranza che c’è è una maggioranza solida e ha buoni numeri.