Il Barça vince in Spagna aspettando Wembley

BARCELLONA – Un marziano in campo (Lionel Messi), altri 10-12 giocatori diverse spanne sopra la media, un gioco sempre votato all’attacco e Pep Guardiola in panchina, allenatore giovane (40 anni), ma già esperto ed apprezzatissimo. E per questo appetito da diversi grandi club europei. Sono gli ingredienti del terzo titolo di Spagna consecutivo conquistato dal Barcellona (il 21º della storia blaugrana), grazie al pareggio per 1-1 a Valencia, contro il Levante.

“E’ stato molto difficile – ha commentato a caldo proprio Guardiola – ma finalmente possiamo gioire”. Quando mancano due turni alla fine della Liga, il Barça ha infatti 92 punti e, teoricamente, potrebbe essere raggiunto dal Real Madrid (86), ma è in vantaggio negli scontri diretti con la formazione di Mourinho (5-0 in casa, 1-1 a Madrid) e quindi la ‘fiesta’ nelle ramblas può iniziare, con caroselli di auto nella notte e tifosi arrampicati sui lampioni per sventolare le bandiere rosse e blu. E potrebbe diventare vero e proprio trionfo se, il 28 maggio a Wembely, dovesse arrivare anche la Champions, al termine della sfida con il Manchester United. Meglio di questo Barcellona ha fatto solo quello allenato da un mito del calcio mondiale come Johan Cruyff (già giocatore del club catalano), che di titoli consecutivi ne aveva messi in bacheca quattro, tra il 1991 ed il 1994.

Sarebbe bastato lo 0-0, ma come è nel suo Dna il Barcellona é sceso in campo per vincere. E’ passato in vantaggio con Keita al 28’ (colpo di testa su suggerimento di Xavi, uomino cardine del centrocampo), è stato raggiunto da Caicedo al 41’ (su uno dei rari svarioni difensivi, in cooperazione tra Piqué ed il portiere Victor Valdes).

Nella ripresa ha controllato fino al fischio finale, senza rischiare più. ‘Marziano’ Messi, si diceva. L’argentino, Pallone d’Oro 2010, ha messo lo zampino in più della metà delle 92 reti (miglior attacco) segnate dal Barcellona: 31 gol e 19 assist decisivi. Meglio di lui nella classifica marcatori ha fatto solo il madridista Cristiano Ronaldo, con 36 centri a 180’ dalla fine del campionato. In attacco Messi é stato però ben supportato da David Villa (18 gol, come Giuseppe Rossi del Villarreal). Ma la voglia di fare spettacolo non ha impedito al Barça di avere anche la difesa più granitica, con appena 20 reti subite. E presa la testa della classifica alla 13ª giornata (fine novembre) non l’ha più mollata, gestendo un vantaggio sul detestato Real Madrid che ha sempre oscillato tra i cinque e gli otto punti.