Fmi: Ue rischio contagio, Bce: Se serve, manovre

ROMA – La crisi del debito potrebbe contagiare altri Paesi europei. A dare l’allarme, escludendo però lo spettro di una ristrutturazione del debito greco, è il Fondo monetario internazionale.
‘’La ripresa globale – si legge nel ‘Regional Economic Outlook’ del Fmi – sta guadagnando forza, anche se potrebbero sempre entrare in gioco significativi rischi’’.


E anche in Europa la crescita dovrebbe ‘’consolidarsi’’, con un +2,4% nel 2011 e +2,6% nel 2012. Ma per il Vecchio Continente c’è un rischio che ‘’arriva dalle tensioni nella periferia dell’area euro’’, con Grecia, Irlanda e Portogallo che hanno dovuto chiedere aiuto. Finora – dice il Fmi – la crisi è stata contenuta alla periferia, ‘’ma il contagio verso il centro, e poi all’Europa emergente, resta un rischio tangibile’’.


Il Fmi ricorda che, dopo la crisi greca, lo scorso novembre è toccato all’Irlanda e ‘’i rischi sovrani sono intensificati nuovamente nei Paesi periferici dell’area euro, allargandosi ad altri Paesi fra cui Belgio e Italia’’ con un rialzo dei premi di rendimenti. ‘’Questi sviluppi – prosegue – hanno sollevato ulteriori preoccupazioni per la capacità di sostenere il settore bancario’’.
– L’Italia – interviene il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi – è al riparo perchè ha una robusta disciplina di bilancio insieme con una grande ricchezza nazionale.


Per Domenico Siniscalco, presidente di Assogestioni, è l’alta propensione al risparmio degli italiani a ‘’mantenere a distanza di sicurezza gli spettri del default sul debito sovrano’’. Parla di un giudizio ‘’positivo’’ il ministro della P.a. Renato Brunetta. E per Arrigo Sadun, direttore esecutivo del Fmi per l’Italia, l’ipotesi che la Penisola possa essere contagiata dalla crisi del debito che affligge la Grecia e altri Paesi europea è ‘’del tutto fuorviante’’.
– A giudizio di Washington – dice Sadun – l’Italia è avanti sia sul risanamento delle finanze pubbliche che sul rafforzamento del proprio sistema bancario.


Nel rapporto, i dati sull’Italia ribadiscono ‘’deboli prospettive di crescita’’, ma anche una ‘’ripresa dei consumi’’ che sta aiutando anche la Francia (non la Germania tutta dedita all’export). Resta debole, invece, il contributo degli investimenti alla crescita italiana, mentre c’è una buona spinta dal settore creditizio (che tuttavia ha ridotto la propria leva finanziaria rafforzando i patrimoni) e, in particolare, dal buon andamento dei patrimoni delle famiglie e dei prezzi immobiliari, che sostengono i consumi degli italiani.


Lo scenario europeo impone comunque alle istituzioni e ai governi europei di ‘’affrontare decisamente’’ le tensioni finanziarie: ‘’in gioco c’è molto’’, avverte il Fmi, e occorre rafforzare la governance economica europea: ‘’fare un passo indietro dall’integrazione finanziaria sarebbe un errore’’. Ma niente ristrutturazione del debito: per Antonio Borges, direttore del Fmi per l’Europa, non ce ne è ‘’alcuna necessita’’’. Insiste sulle finanze pubbliche europee anche la Banca centrale europea: c’è il ‘’rischio’’ che alcuni Paesi non riescano a centrare gli obiettivi di bilancio stabiliti dall’Ecofin. Occorre quindi – recita il bollettino mensile – intraprendere rapidamente ‘’ulteriori interventi correttivi’’ ove necessario. Vanno meglio l’occupazione e la crescita nell’area euro: le proiezioni degli economisti privati si aspettano un’espansione dell’1,7% quest’anno, un decimale in più rispetto a tre mesi fa. L’Eurotower, intanto, prepara la strada ad un nuovo aumento dei tassi. L’inflazione – avverte – va seguita con ‘’molta attenzione’’. La previsione della Bce è per un tasso del 2,5% quest’anno, contro un livello desiderabile inferiore al 2%.


Bernake: «Rischio del debito»


NEW YORK – ‘’Giochi rischiosi’’ sul debito possono sono pericolosi e possono solo creare problemi: ‘’non alzare il tetto del debito in un ritardo ragionevole’’ può avere conseguenze pesanti, quali una nuova ‘’destabilizzazione’’ del sistema finanziario come avvenuto con Lehman Brothers. Il presidente della Fed, Ben Bernanke, invita il Congresso e i repubblicani ad agire sul limite legale del debito, che sarà toccato il 16 maggio. E anche se il governo farà fronte ai suoi impegni fino al 2 agosto, ci sono rischi per la fiducia dei mercati negli Stati Uniti.


‘’Usare il debito come merce di scambio è un gioco pericoloso’’. E non è solo lo stato federale a essere in difficoltà, lo sono anche molti governi locali: diverse città americane con le casse più vuote per la recessione pensano a chiedere alle organizzazioni no profit di iniziare a pagare le tasse. Boston ha inviato una lettera alle maggiori istituzioni no profit chiedendo il valore delle loro proprietà e iniziare a effettuare pagamenti annuali.


Il sindaco di Chicago, Rahm Emanuel, propone che le organizzazioni non profit inizino a versare le tasse sull’erogazione dell’acqua, ma anche le organizzazioni no-profit incontrano problemi con la crisi: i loro fondi hanno perso e le donazioni sono in calo. L’economia americana impiegherà ‘’diversi anni’’ per riprendersi del tutto dalla crisi.


– Gli americani ancora non sentono la ripresa, partita da un anno. Il tasso di disoccupazione resta elevato – mette in evidenza presidente americano Barack Obama, invitando le imprese e le banche aiutate dai contribuenti a fare di più, a scommettere sui lavoratori e sui prodotti americani. Secondo Obama, il debole mercato immobiliare e gli elevati prezzi dell’energia sono i maggiori ‘’venti contrari’’ che spirano sull’economia.