Questa volta è Ventoso a battere Petacchi

ROMA – Una tappa normale in un giorno normale. Forse il 94º Giro d’Italia aveva bisogno di questo dopo un inizio difficilissimo. La sesta tappa, da Orvieto a Fiuggi, finisce con il successo di Francisco Ventoso (Movistar) che batte nell’allungo finale Alessandro Petacchi, secondo davanti a Roberto Ferrari e Danilo Di Luca. Senza grosse emozioni, tranne nel finale. Ma, per una volta, è meglio così.


La tappa inizia con una fuga di cinque corridori al chilometro numero 9. Partono prima Veikkanen e Vandevalle, poi si aggiungono Popovych, Modolo e Veuchelen. Un gruppetto che va via compatto in una tappa senza grosse difficoltà altimetriche, con un unico Gran Premio della Montagna fissato dopo 40 km a Soriano al Cimino. Il vantaggio massimo dei cinque battistrada è di 5’20’’, mentre il primo a cedere è Modolo, che a 45 chilometri dall’arrivo getta la spugna sulla salita della Forma, proprio poco prima dello scavallamento. Sulla cima di Anagni, l’ultimo strappo prima dell’arrivo, cede anche Veikkanen (20 km dall’arrivo) e i fuggitivi restano in tre. A 18 km dall’arrivo si sgancia dal gruppo Stefano Pirazzi (Colnago), che prova andare a riprendere i fuggitivi per vincere a Fiuggi, lì dove è nato. Il suo tentativo dura soltanto otto chilometri, quando viene riassorbito dal gruppo maglia rosa, proprio sull’ultima salita.


La corsa si anima negli ultimi otto chilometri. Quando dopo 200 di fuga (circa cinque ore), i battistrada vengono riassorbiti dal gruppone. L’unico a salvarsi è Vandevalle, che poco prima dell’aggancio era scappato in solitaria. Pirazzi prova un nuovo affondo ma non riesce, mentre Petacchi si mette nelle prime posizioni del gruppo sfruttando un notevole passaggio a vuoto di Cavendish. La fuga di Vandevalle finisce a poco meno di due chilometri dall’arrivo, quando il gruppo con Petacchi in testa lo riassorbe. Sembra fatta per uno sprint tra Hondo, Ale-Jet e Bozic. Ma scompaginare il quadro arriva Danilo Di Luca, che parte prima di tutti a 500 metri dall’arrivo e costringe Petacchi ad andare a riprenderlo. La sfida tutta italiana si chiude con un successo spagnolo di Ventoso che, partito alla ruota del corridore della Lampre, lo brucia negli ultimi 200 metri, quando le gambe di Ale-Jet sono troppo pesanti per lo sprint. In maglia rosa resta per il secondo giorno di fila Pieter Weening (Rabobank).


“E’ stato qualcosa di estenuante – ha detto il secondo della fila -. Ho fatto tutta la salita bene, però Di Luca è partito forte. Io avevo preso la ruota di Bozic, convinto che sarebbe stato l’uomo da battere. Ho fatto lo sforzo per andare su Di Luca e a quel punto non potevo più controllare Ventoso. È andata così. Fare una volata con un arrivo del genere era difficile. Ventoso ha sempre avuto qualcosa di più in salita e ha avuto vita facile. Non potevo partire all’ultimo, speravo che si piantasse prima lui. Ma negli ultimi trenta metri ho capito che era dura. Sono contentissimo di quello che ho fatto, non pensavo di fare la volata qui”.