Inter-Palermo, finale inedita Leo vuole vincere il primo trofeo

ROMA – In principio fu l’antipasto, quello che faceva venir voglia di iniziare a mangiare davvero. Oggi, sette anni dopo, con la pancia più piena, può diventare il dolcetto. Quello che fa chiudere il pasto con un buon sapore in bocca, anche se i piatti principali non sono stati proprio memorabili. La coppa Italia, terra di conquista dell’Inter: lo fu con Mancini, quando il ciclo dell’Inter doveva ancora iniziare. Lo è oggi con Leonardo, quando il ciclo sembrava finito. Con la speranza, per gli interisti, che da qui si riparta.


Sei finali in sette anni per la squadra nerazzurra: l’unica assenza nel 2009, al primo anno di Mourinho. Contro la Roma Zanetti e compagni si sono regalati la possibilità di alzare la quarta coppa dal 2005, la settima in totale. In passato l’avversario dell’ultimo atto era sempre stata la Roma, tre vittorie a due per i nerazzurri. Ora tocca al Palermo, una novità: una nuova sfidante per il club di Moratti, che anche qui, e non solo in campionato, ha costruito il suo dominio in Italia, negli anni scorsi.


Dodici mesi fa a Roma decise Milito, e fu il primo passo verso il triplete, verso la stagione perfetta. Ora è una consolazione dopo le delusioni in campionato e Champions, maturate nella “settimana orribile” (e si gioca un giorno dopo la finale di Londra fra Barça e United). Ma non solo: a guardar bene, senza fare troppi i difficili, battere il Palermo permetterebbe di mettere insieme un altro triplete. Certo, è un “tripletino”, con Supercoppa italiana e Mondiale per club, ma in una stagione così, con infortuni a livello da record e cambio in panchina, vogliamo buttar via un triplice trofeo?


Sarà la prima finale interista di Leo (certo, il derby di ritorno assomigliava terribilmente a una finale), può essere il primo successo di un allenatore che, ormai pare chiaro, si ripresenterà l’anno prossimo per provare nuove scalate. Partito col 4-2-fantasia, nelle ultime uscite, compresa quella di mercoledì, ha invece privilegiato un atteggiamento tatticamente accorto: una evoluzione. In più, questa è l’unica competizione in cui l’allenatore è sempre stato lui. L’Inter ha debuttato nella competizione quando Benitez era già un ricordo, il brasiliano potrà legittimamente mettere la sua firma sull’eventuale coccarda.


Potrebbe anche essere l’ultima uscita per qualcuno degli eroi di Madrid, se il mercato estivo riserverà ritocchi e rinunce. Di sicuro non sarà l’ultima uscita di Eto’o interista: il futuro, come il presente, passa dai suoi piedi. Piedi che hanno regalato ai tifosi 33 centri stagionali: in Coppa aveva segnato solo una volta, ci ha tenuto ad aggiungerci un gol pesante. E’ lui il “migliore” della stagione interista: il Palermo stia attento, vorrà ribadirlo anche in finale.