Napolitano: «Faccio quel che posso»

FIRENZE – Sento la responsabilità di chi ha la fiducia di tutti gli italiani, faccio come posso quello che devo fare secondo la costituzione; I parlamentari rischiano di svolgere un ruolo ‘meschino’, ma dipende anche da loro: in Inghilterra per uno scandalo si dimettono, ‘’noi abbiamo una scala di giudizio un po’ diversa’’. Decentriamo, ma non tutti i ministeri. Facciamo il federalismo fiscale, ma non basta. Ci vuole la camera delle autonomie e, una volta varati tutti i decreti delegati, dovremo vedere l’effetto totale e verificare se occorrono bilanciamenti e correzioni. In parlamento le donne sono cosi poche che cadono le braccia! Giorgio Napolitano a tutto campo nel corso di una lunga intervista pubblica a Palazzo Vecchio.


A porre le domande, nel Salone dei Cinquecento, davanti a un pubblico partecipe che piu’ volte ha applaudito, una decina di studenti universitari. Al microfono, il presidente e’ stato preciso, brillante, per niente evasivo. Ha parlato delle principali questioni di attualità e delle angosce dei giovani per il loro incerto destino.
– Io – ha detto – investo sulle capacità dei giovani di oggi, sono convinto che non dobbiamo cedere alla retorica del pessimismo. Per creare occupazione – dice – l’Italia deve riprendere a crescere. Potra’ farlo solo utilizzando le risorse del Sud e se contemporaneamente si ridurrà il debito pubblico e il Mezzogiorno crescerà insieme al resto del Paese. Non dobbiamo rassegnarci al divario nord-sud.


Parole chiare anche sull’ intervento militare in Libia: ad essere precisi, ‘’l’Italia non ha dichiarato guerra alla Libia’’, questo tipo di intervento è previsto dall’art. 11 della Costituzione, e’ stato richiesto dall’Onu e noi non potevamo fare a meno di intervenire. Ai paesi membri dell’Unione Europea, Napolitano chiede ‘’una riflessione autocritica’’ sulla mancanza di una concreta politica nei confronti della sponda africana del Mediterraneo. Molti paesi europei, aggiunge, negli ultimi anni hanno avuto ‘’un ripiegamento su se stessi’’, si occupano solo del proprio benessere. Così mostrano di essere poco generosi e di avere una visione limitata dei problemi.


Napolitano parte da una premessa:
– Io faccio come posso ciò che debbo fare secondo la Costituzione, e sento la responsabilità della fiducia che mi viene tributata dagli italiani di ogni parte del Paese e di tutte le condizioni sociali. Quindi prosegue ragionando sul ruolo del Parlamento: ‘
– Ha meno competenze di una volta perchè una parte è stata trasferita a livello europeo e un’altra parte a livello locale. Perciò c’è un problema di riqualificazione e anche del modo nel quale i parlamentari interpretano le loro funzioni.


Napolitano ricorda lo scandalo dei falsi rimborsi della Camera dei comuni a Londra che due anni fa portò alle dimissioni del presidente e di alcuni deputati ‘’che avevano abusato dei loro privilegi’’.
– Per piccole cose ci furono reazioni forti – commenta -. A noi quel clamore sembrò eccessivo perchè abbiamo una scala di valori un po’, diciamo, diversa.


Poi mette i paletti al processo di decentramento caro alla Lega: Non tutto si può decentrare, ad esempio i ministeri degli esteri e dell’interno, ‘’nessuno può mettere in discussione. Anche per la salvaguardia del nostro patrimonio di beni storici e culturali ci sono funzioni che non possono essere abbandonate all’arbitrio di gestioni locali’’.


Infine un messaggio di speranza:
– Non esageriamo con le parole, in Italia non c’è alcuno sgretolamento. Lo Stato è unito e per questo ha saputo superare grandi prove come la ricostruzione, il terrorismo e l’ingresso nell’euro.