Per i biancocelesti continua il sogno Champions

ROMA – Dopo tre sconfitte consecutive, la Lazio riprende il cammino battendo 4-2 il Genoa nell’ultima partita casalinga di questo campionato. Per la meta-Champions potrebbe essere tardi, ma intanto sono a due punti dal quarto posto. Il resto si vedrà, è nelle mani dell’Udinese. L’altra nota positiva per i biancocelesti è il ritrovato Tommaso Rocchi, per la prima volta titolare nel 2011. Il capitano, reduce da una lunga serie di infortuni, non solo torna subito al gol (non segnava da Lazio-Bologna 3-1 del 12 settembre 2010), ma è il vero trascinatore della squadra, l’unico a dare tutto per l’intera partita. Per spirito di squadra e dedizione, un gradino sopra lo stesso Hernanes, pure autore di una doppietta. Meritatissimi gli applausi che salutano l’uscita del numero 9 a poco dalla fine.


Quella con il Genoa è la partita dai due volti di una Lazio-bifronte. Tanto indisponente nei primi 45’ (giocati al piccolo trotto e quasi per dovere di firma), quanto arrembante nella ripresa, quando fioccano le occasioni ed arrivano tre reti nel giro di 20 minuti. Un cambio di atteggiamento che porta i suoi frutti, ma resta difficile da capire. Il fischio di Damato alla fine del primo tempo è una liberazione, sommersa dai ‘buu’ dell’Olimpico, indispettito dalla povertà dello spettacolo. Chi si aspetta una squadra con la bava alla bocca, affamata di punti per alimentare le (poche) speranze di Champions, resta deluso.


Il Genoa, benché forte di una classifica tranquilla, giustamente non è venuto a Roma per regalare punti. Ma sono i biancocelesti a sbagliare approccio. Distratti, prevedibili, quasi svogliati, gli uomini del fischiatissimo Reja, nonostante tutto si ritrovano in vantaggio dopo pochi minuti (testa di Biava al 6’).
Partita in discesa? Macché. Invece di approfittare della situazione, cercando di controllare per ripartire in contropiede, il centrocampo laziale perde palloni su palloni. Ledesma e Matuzalem cincischiano, Zarate è in confusione, Mauri a tratti sembra non sapere dove si trovi. Solo il rientrante Rocchi si danna l’anima sulla fascia destra, ma non potendo crossare e tirare allo stesso tempo, è destinato a svolgere un lavoro che nessuno finalizza.


Il Genoa, trovato presto il pareggio (al 12’ con Palacio, rete probabilmente macchiata da un fuorigioco), gioca meglio e con maggior precisione, soprattutto grazie alle iniziative di Marco Rossi, e controlla senza dannarsi.


Nell’intervallo Reja sottopone i suoi ad un elettro-choc. Non si spiega altrimenti la Lazio ‘diversa’ che rientra in campo. Ledesma, prima inguardabile, s’inventa un lancio di 40 metri (7’) che consente a Rocchi di andare a segno, bruciando lo statico Dainelli. Il centrocampista si ripete al 10’, questa volta per la testa di Hernanes ed è 3-1. Il Genoa sbanda, Ballardini richiama Dainelli e Milanetto per Moretti e Veloso, ma ormai la partita è compromessa. Nella Lazio esce Lichtsteiner (in campo nonostante la mano fasciata) ed entra Scaloni. I rossoblù perdono ordine e distanze tra i reparti e la Lazio trova addirittura il 4-1, ancora con Hernanes, servito da un bel cross basso di Zarate. Per il brasiliano, alla prima stagione a Roma, sono già 11 le reti. A tempo quasi scaduto Floro Flores rende il boccone genoano meno amaro, deviando un tiro al volo di Criscito. Ma non cambia la sostanza del risultato. La Lazio spera ancora, ma ora sono altri i padroni del suo destino europeo.