Forcing Berlusconi-Bossi su Milano. Il premier si appella ai moderati

ROMA – ‘’E’ impensabile che Milano non sia governata da noi’’. A Milano Silvio Berlusconi ci ha messo la faccia, presentandosi come capolista del Pdl, e a Milano vuole dare il senso di una sua vittoria politica a livello nazionale nei confronti dell’opposizione. Vittoria che rappresenterebbe una prova di forza anche rispetto alle ambizioni di crescita della Lega nella roccaforte storica del ‘berlusconismo’. Umberto Bossi, amico fedele ma abile stratega politico, è con lui.
– Vinciamo al primo colpo – dice entrando nel seggio a due passi dalla storica sede leghista di via Bellerio, salvo poi aggiungere che ‘’Milano è sempre stata di centrodestra e speriamo che lo resti’’.


Insomma, se si vince il contributo è di tutti ma, se si perde, il Carroccio è pronto a puntare il dito contro il Pdl.
Quando si sente accerchiato il Cavaliere rispolvera le doti da combattente. Ricorre alle sue armi, in primis l’ottimismo. Malgrado il silenzio elettorale e misure di sicurezza più rigide del solito, come quelle che sabato gli hanno impedito di partecipare alla festa in piazza del Milan, il premier trova il modo di comunicare tutta la sua positività in vista del voto. Oggi il premier è atteso in tribunale per il processo Mills: anche in questo caso viene dato per certo il rispetto della consegna del silenzio elettorale.


Ieri Berlusconi ha raggiunto in tarda mattinata il seggio di via Scrosati. Ad attenderlo c’erano i curiosi, giornalisti ed un dispiegamento di forze dell’ordine più ampio del solito. Sorridente, ‘’molto carico e di ottimo umore’’, come lo definisce chi ha scambiato qualche parola con lui, il premier sha scherzato anche all’interno del seggio.
– Non ho il telefonino… per eccesso di controlli – ha detto, con un evidente riferimento alle intercettazioni. Ai cronisti non ha rilasciato dichiarazioni. Nel parcheggio del seggio, però, il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani gli ha preparato una sorpresa: l’incontro con un gruppo di sindaci di centrodestra dell’hinterland milanese. Con loro il Cavaliere si è lasciato andare, li ha rassicurati:
– Non è pensabile che una città come Milano non possa essere governata da noi – avrebbe spiegato – E’ una città che deve guardare avanti e non può guardare al passato.


Ai sindaci Berlusconi è apparso ‘’molto carico’’ e ‘’di ottimo umore’’.
– Ci ha esortato a proseguire nel lavoro sul territorio – dicono -. Noi siamo l’unica forza moderata Come possono i moderati dare un voto a questa sinistra radicale, ai Vendola e ai Pisapia fiancheggiati dai centri sociali e dai violenti che hanno una visione di città e Paese contraria allo sviluppo?
Il Cavaliere ha toccato anche la questione della competizione con la Lega sul territorio. Ha spiegato che, secondo quanto riferito, punterà molto sui sindaci perchè sono ‘’le antenne e i veri rappresentanti della democrazia popolare’’.


Il premier si è fermato a raccontare alcune barzellette, tra cui una riguardante Gianfranco Fini, incontrando un gruppo di ragazzi di un liceo milanese e nel pomeriggio ha fatto rientro ad Arcore.
Nessun impegno ufficiale anche in vista dell’udienza, oggi, e del lavoro in Parlamento.