Lampedusa si svuota, restano 300 migranti

LAMPEDUSA – Lampedusa si svuota, ancora una volta, mentre all’orizzonte non si vedono barconi e le condizioni del mare sono in peggioramento. Come nelle ultime settimane, sull’isola si è ripetuto un copione già visto: migliaia di migranti arrivati in un solo giorno, poi il nulla. Anche se il barcone con oltre duecento migranti bloccato dalla Guardia Costiera tunisina davanti all’isola di Djerba è la conferma di quanto ha raccontato ai poliziotti chi è arrivato negli ultimi giorni: in migliaia sono in attesa di riuscire a scappare dalla Libia sommersa dalle bombe e in migliaia sono pronti a partire dalla Tunisia per cercare un futuro in Europa, nonostante l’accordo tra l’Italia e le autorità di Tunisi abbia portato ad un rafforzamento dei controlli in mare.


In ogni caso, la nave Excelsior salpata all’alba dal molo di Cala Pisana ha portato via oltre 1.350 migranti subsahariani: li attendono le strutture messe a disposizione nelle varie regioni nell’ambito del Piano di distribuzione messo a punto dal Dipartimento della Protezione Civile. E con questi ultimi sono già settemila i profughi provenienti dalla Libia accolti in Italia. Sono invece rimasti sull’isola 360 migranti, quasi tutti tunisini, di cui 6 donne e 97 minori non accompagnati che dovranno essere ospitati nelle comunità protette presenti sulla terraferma. Per loro, minorenni esclusi, c’è un decreto d’espulsione e un biglietto di sola andata per Tunisi. Anche Fadel Daghari è tra loro: 30 anni, arrivato venerdì, tutto pensava al termine del suo viaggio della speranza tranne che di essere preso quasi a schiaffoni dal padre, piombato fino a Lampedusa dalla Francia per rimproverare al figlio una scelta – salire su un barcone e rischiare di morire – completamente sbagliata.
– Non pensavo che la rivoluzione desse alla testa ai nostri ragazzi e non pensavo che la cacciata di Ben Ali’ spingesse mio figlio a volere una vita diversa – racconta quasi incredulo Mohamed, il padre, mentre si aggira per le strade dell’isola chiedendo aiuto a tutti affinchè il figlio non venga espulso ma ‘’soltanto rispedito a casa, altrimenti non potrà mai più chiedere un visto’’.


Mohamed non se ne fa una ragione, quando Fadal venerdì lo ha chiamato per dirgli che era arrivato a Lampedusa, lui gli ha urlato una serie di insulti e poi ha chiuso il telefono. Imprenditore, da 38 anni in Francia con tutta la famiglia ad eccezione dell’ultimo figlio, lasciato a casa per aiutare l’anziana nonna con i soldi che ogni mese l’uomo gli spediva, Mohamed senza pensarci su ha preso un aereo da Parigi ed è arrivato a Lampedusa. E’ riuscito a vedere Fadal e chi ha assistito all’incontro quasi non ci credeva. Dopo un primo abbraccio Mohammed si è scagliato contro il figlio, riempiendolo di accuse.
– Ma cosa hai fatto? – gli ha urlato in faccia – Se volevi venire in Italia o in Francia potevi dirmelo e io ti avrei aiutato per chiedere il visto. Hai sbagliato, non dovevi farlo.
– Quando ho saputo quello che aveva fatto – dice oggi – sono rimasto scioccato, se lo avessi saputo prima non avrei mai permesso che prendesse una decisione così pericolosa. Ha rischiato di morire.


Mohamed non riesce a capire il perchè della scelta del figlio, che aveva un lavoro che gli dava da guadagnare onestamente oltre ai soldi che ogni mese lui gli inviava. E così se la prende con la rivoluzione che proprio i giovani hanno fatto nel suo paese.
– Gli ha messo strane idee in testa – ripete.


Ora però il problema è cosa fare. Fadal, come gli altri tunisini, sarà rimpatriato. Per chi torna non c’è più il carcere come ai tempi di Ben Ali, ma chi viene espulso dall’Europa non potrà chiedere il visto per rientrarvi.
– E’ una macchia che devo evitare a tutti i costi – dice Mohammed commuovendosi e chiedendo aiuto alle associazioni umanitarie. Poi torna ad arrabbiarsi con il figlio:
– Io a Lampedusa ci sarei voluto venire volentieri in vacanza, non certo in questa situazione.