Chiesto mandato di cattura per il raìs, Frattini: “Il regime ha le ore contate’’

ROMA – Il procuratore capo della Corte penale Internazionale, Luis Moreno Ocampo, ha chiesto ai giudici del tribunale di emettere un mandato di cattura internazionale per crimini contro l’umanità nei confronti del leader libico Muammar Gheddafi, del figlio Saif al Islam e del capo dei servizi libici Abdullah al Senoussi. “Le prove dimostrano che Gheddafi ha personalmente ordinato attacchi contro civili libici inermi”, ha detto Moreno Ocampo, sottolineando che si tratta di “crimini contro l’umanita’”.


Se il gobierno libico ha rifiutato l’ordine di arresto sostenenso che l’organismo non ha influenza sulla nazione, Amnesty International approva l’ordinanza.


Secondo il procuratore generale, le prove raccolte dimostrano che Gheddafi, il figlio Saif e il cognato Senoussi si incontravano per pianificare e dirigere operazionii di repressione. “Il leader libico utilizza la sua autorità per commettere crimini e reprimere ogni tentativo di sfida al suo potere”, ha aggiunto Moreno Ocampo, sottolieando di essere quasi pronto per il processo.


L’inchiesta della Corte Penale Internazionale a carico di Gheddafi e degli altri esponenti del regime è iniziata il 15 febbraio su richiesta del Consiglio di Sicurezza Onu.


Intanto, ieri, il ministro degli Esteri Franco Frattini durante ‘La telefonata’ di Maurizio Belpietro su Canale5, ha detto che “il regime libico ha le ore contate” e la comunità internazionale sta lavorando per trovare un esilio a Gheddafi. Le minacce rivolte dalla Libia, ha detto il titolare della Farnesina, sono “un ultimo tentativo disperato del regime di minacciare, intimorire. Mettiamo da parte la propaganda e diciamo che il regime ha le ore contate. Non è solo quello che noi speriamo ma sono messaggi che cominciano ad arrivare dal cerchio ristretto del raìs”, ha aggiunto Frattini facendo presente che alcuni, all’interno di questo cerchio, hanno cominciato a dire che “una via di uscita onorevole è quello che Gheddafi cerca, non essere ucciso, ma nessuno lo vuole – ha detto il ministro – e trovare un luogo dove in modo decoroso si possa ritirare e scomparire dalla scena politica”.


Rispondendo ad una domanda se esista la possibilità di mandare in esilio Gheddafi, ha spiegato: “Se lo diciamo ora bruciamo questa ipotesi, stiamo lavorando perché si trovi con l’Onu questa via di uscita, che tolga di scena il dittatore e la sua famiglia”. Una via di uscita, ha aggiunto “che permetta la costituzione immediata di un governo di riconciliazione nazionale dove esponenti di Tripoli sarebbero già stati individuati’’.
Sul fronte immigrazione Frattini ritiene “fondamentale un’intesa con il nuovo governo libico sulla questione degli sbarchi”. “Il presidente del Consiglio nazionale di Bengasi – ha spiegato il titolare della Farnesina – ha già detto sia a Napolitano sia a Berlusconi che quando loro assumeranno il governo dell’intera Libia gli sbarchi saranno bloccati. Interverranno alla fonte: è loro interesse mostrare alla comunità internazionale che la collaborazione sarà migliore di quella che c’era con Gheddafi”.


– Mandare gente disperata a morire sui barconi è un crimine contro l’umanità che dovrebbe essere esaminato dalla Corte Penale Internazionale – ha detto Frattini.