Draghi, candidato unico al Bce, I primi nodi: inflazione e crisi del debito

BRUXELLES – La strada che porterà Mario Draghi da Palazzo Koch all’Eurotower è ormai spianata. Quella del governatore di Bankitalia e presidente del Financial stability forum è l’unica candidatura per la presidenza della Bce giunta sul tavolo del presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. E’ stato lui stesso ad annunciarlo, prima della riunione in cui i ministri dell’Eurozona – salvo clamorose sorprese – designeranno il successore di Trichet. La suspense, pero’, e’ durata fino all’ultimo.


La situazione critica venutasi a creare ai vertici dell’Fmi – dopo il fulmine a ciel sereno dell’arresto del direttore generale dell’Fmi, Dominique Strauss-Kahn – ha alimentato molti rumor, tra cui quello di una possibile candidatura di Draghi alla guida dell’Fmi. Una vecchia idea che fino a qualche tempo fa girava soprattutto a Berlino, prima che la cancelliera Angela Merkel esprimesse il suo appoggio a Draghi per la Bce.
Bankitalia ha comunque voluto mettere subito a tacere le voci: il governatore ‘’non è assolutamente interessato’’ a prendere il posto di direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, ha assicurato una portavoce di Palazzo Kock.


Una volta che i ministri dell’Eurozona avranno indicato Draghi per la presidenza della Bce, ci sarebbe poco più di un mese prima del via libera definitivo da parte dei capi di Stato e di governo della Ue, che si riuniranno a Bruxelles il prossimo 24 giugno.


Dalla crisi del debito greco alla crescita apparentemente inarrestabile dell’inflazione. Dal valore ipertrofico dell’euro sul dollaro alla spaccatura della ripresa economica europea, in netta accelerazione al Nord, ancora in sordina al Sud, fino alla ricapitalizzazione di molti istituti bancari. Saranno molti i nodi da sciogliere che Mario Draghi si troverà ad affrontare una volta salito ai vertici dell’Eurotower, in un gioco di equilibrio tra esigenze e aspettative spesso contrastanti.


Dopo gli otto anni di presidenza francese affidata a Jean Claude Trichet, l’arrivo dell’ ‘’italiano’’, la cui nazionalità ha ostacolato non poco l’iter di designazione alla guida della banca centrale, segnerà con ogni probabilità una nuova fase di rapporti con i Paesi del Sud d’Europa, i più colpiti e i più a rischio (caso Irlanda a parte) per la crisi del debito.


Secondo alcuni osservatori, Draghi potrebbe infatti essere più convincente con i governi meridionali dell’area euro, spingendoli ad adottare più severe discipline finanziarie. La prima sfida per il nuovo presidente sarà però presumibilmente quella di conquistarsi sin da subito sul campo con una politica rigorosa la fiducia dei Paesi dell’Europa continentale, a partire dalla Germania, che fino all’ultimo ha mostrato il suo scetticismo per la nomina di un presidente proveniente dall’area mediterranea.