L’Ecofin incorona Draghi presidente

BRUXELLES – Dopo essere stato incoronato all’unanimità dall’Eurogruppo, il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, è stato designato formalmente alla presidenza della Bce da tutti e 27 i ministri finanziari della Ue. Il nome del candidato italiano – l’unico in corsa per la poltrona più alta dell’Eurotower di Francoforte – non è mai stato messo in discussione da nessun membro dell’Ecofin, ritenuto ‘’degno successore’’ di Jean-Claude Trichet. Anche se ora la parola passa al Parlamento europeo che – prima della nomina ufficiale e da parte dei capi di Stato e di governo il prossimo 24 giugno – dovrà esprimere il proprio parere, dopo aver ascoltato il presidente designato.


L’insediamento a Francoforte è previsto il prossimo primo febbraio. Sul tavolo del governatore a Palazzo Koch in queste ore piovono i messaggi di congratulazione. La maggior parte sono stati espressi pubblicamente. Finora nessun commento, invece, da parte del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che lasciando Bruxelles – dove ha partecipato alle riunioni di Eurogruppo ed Ecofin – si è limitato a dire ai giornalisti:
– Quello che è stato deciso ieri lo sapete.


L’unica reazione dal governo, per ora, è quella del ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, per il quale la designazione di Draghi ‘’è un risultato dell’Italia, delle competenze del governatore e della fortissima disciplina di bilancio praticata dall’Italia negli ultimi tre anni’’.
Nessuna reazione, per il momento, anche da parte dello stesso Draghi che l’altra sera , mentre era riunito l’Eurogruppo, è rimasto in costante contatto con Bruxelles. Fermatosi fino a sera nel suo ufficio, ha però appreso la notizia della sua designazione – uscita a tarda ora – quando era già casa. La sua prima apparizione da presidente in pectore della Bce è prevista – salvo sorprese – il 25 maggio a Berlino, dove parteciperà a una conferenza economica organizzata dalla Cdu, il partito della cancelliera tedesca Angela Merkel. Poi il 31 maggio le sue ultime considerazioni finali da governatore di Bankitalia, per fare un bilancio del suo mandato con lo sguardo rivolto al futuro ruolo e alle future sfide di banchiere centrale europeo.
Intanto a Roma si apre ufficialmente la partita per la successione alla guida della Banca d’Italia. Due gli scenari. Il primo è quello in cui si decide di pescare il candidato fuori da Palazzo Koch. I due nomi più gettonati sono quello di un altro ‘Ciampi boy’ , il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, e quello del membro del board della Bce, Lorenzo Bini Smaghi (per lui sarebbe un ritorno in Bankitalia). Quest’ultimo, tra l’altro, potrebbe dover lasciare presto il suo posto nel Comitato esecutivo della Bce a un francese, visto che nel board della banca centrale europea finora non ci sono mai stati due membri della stessa nazionalità.
Caduto il nome di Mario Monti, che ha dichiarato di non essere disponibile a una eventuale candidatura a governatore, gli altri nomi sono tutti interni a Bankitalia: quello del direttore generale di Via Nazionale, Fabrizio Saccomanni, e quello del suo vice Ignazio Visco.