Amministrative: Berlusconi crolla a Milano, il Pd sale e la Lega fallisce in E. Romagna

ROMA – La sconfitta del centrodestra e la deludente performance del Terzo Polo, sono il dato di queste amministrative sottolineato da tutti gli analisti; più articolata è la lettura delle indicazioni per il centrosinistra che pure esce vincitore, ma con un risultato da interpretare politicamente, viste le differenze da città a città.
Milano e il suo hinterland sono il simbolo della sconfitta del centrodestra e di Berlusconi, anche sul piano personale: per lui 27.972 preferenze contro le 52.577 del 2006. Il Pdl poi si blocca al suo minimo storico, e cioè al 28,75%; e delusioni arrivano nei centri lombardi, come Gallarate (19,4%), Limbiate (16,8%), Vimercate (20,1%), Treviglio (27,7%), Desio (12,6%) Rho (19,4%) o Varese (24,5%). Amaro l’esito ad Arcore: il premier in casa propria subisce l’onta del sorpasso dal Pd (25,8% contro 23,9%), evitato per un soffio a Milano (per 671 voti, lo 0,1%).


Se nelle ultime tornate (Regionali del 2010 ed Europee del 2009) la Lega aveva assorbito il calo del Pdl, in queste amministrative anche il Carroccio ha subito un’arretramento. Niente sorpasso a Milano (9,6%), a Bologna (10,7% contro il 16,6%) o a Varese (24,1 contro il 24,5%) dove pure era candidato il leghista Attilio Fontana. La ‘’Milano’’ della Lega è Gallarate: qui Bossi aveva candidato Giovanna Bianchi Clerici in alternativa ad un esponente del Pdl, ma la consigliera Rai è arrivata solo terza e al ballottaggio vanno Pdl e Pd. Il Carroccio subisce uno stop anche alla sua ‘campagna di Russia’, cioè la penetrazione in Emilia Romagna: 7,3% a Rimini, 7,9% a Ravenna, 9,8% a Cento, 9,2% a Cesenatico.


Nella regione più rossa la nuova opposizione è di Beppe Grillo che fa man bassa di voti: 9,5% a Bologna, 9,3% a Ravenna, 11,8% a Rimini, 5,8% a Cento, 14,5% a Cesenatico, 6,5% a Salsomaggiore. Brillanti i consensi anche nel Nord (5,3% a Torino, 3,4% a Milano, Novara 7,4%, Trieste 6,1%, Rovigo 6,8%), dove Grillo è numericamente il terzo polo; male al Sud, come a Salerno (1,1%), Cosenza (0,9%), Napoli (1,8%), Cagliari (1,8%), Latina (1,2%).


Il centrosinistra sorride, in particolare il Pd che proprio a Milano ottiene un buon 28,64%, e guadagna due punti sul 2010 e quasi sei sulle comunali del 2006. I risultati in tutte le città settentrionali, a partire da Torino e Bologna, hanno spinto Pier Luigi Bersani a parlare di un ‘’vento del Nord’’ che è girato. Il Pd però non esprime i due candidati-sorpresa, e cioe’ Pisapia e de Magistris. Specie a Napoli è clamorosa la mancanza di sintonia tra il partito (fermo al 16,6%) e la sua base che in buona parte ha appoggiato subito l’ex Pm, che forse esprimeva meglio la voglia di discontinuità. E il Pd paga pegno anche il Calabria dove le divisioni portano un serie di amari riscontri.


Emblematica Cosenza, dove il candidato Democratico giunge terzo, e il Pd si blocca all’ 8%. Proprio in Calabria c’è il fenomeno delle liste del Governatore Scopelliti che, pur non candidato, ottiene ottimi ‘score’ (a partire dal 10,3% di Reggio) risultando ovunque determinante. Stesso discorso per ‘’Città Nuove’’ di Renata Polverini nel Lazio, (8,6% a Latina, 9,9% a Terracina, 8,1% a Sora). Un fenomeno che potrebbe compensare futuri cali del Pdl.


Idv e Sel, dietro ai successi di de Magistris e Pisapia, marcano risultati inferiori alle attese: Di Pietro raggiunge un buon 8,1% proprio a Napoli, ma è meno brillante altrove: 4,6% a Torino, 3,7% a Bologna, 3,6% a Trieste, 3,5% a Cagliari, 3,9% a Milano. Anche Sel frena a partire da Milano, dove si arresta al 4,7%; analoghe le percentuali nelle altre città (Torino 5,6%, Cagliari 7%, Novara 4,4%, Rimini 3,5%), comprese quelle pugliesi dove si è votato (Barletta, Bisceglie, Massafra, Ruvo) con il picco del 10% a Bologna.
Infine il Terzo Polo 4,7% a Bologna, 4,9% a Torino, 5,% a Milano, 9,7%, numeri che l’Udc otteneva da solo e che imporranno una riflessione sulla strategia futura.

LE REAZIONI

Il Senatur tace, Di Pietro esulta

ALEMANNO – «Commenterò i risultati elettorali dopo i ballottaggi perché ci sono ancora ampi margini di recupero sia a Milano che a Napoli. E quindi faremo una valutazione tra quindici giorni». Il sindaco di Roma Gianni Alemanno si è riservato di attendere il secondo turno per esprimere una valutazione sulla tornata elettorale.
– Tuttavia, con questi risultati si rafforza la richiesta che avevo già fatto della necessità di far svolgere congressi e di far evolvere il Pdl qualificando una classe dirigente locale in grado di guidare i processi di scelta dei candidati dando contenuti ai programmi. E’ necessario accelerare su questo versante – ha concluso Alemanno.


BOSSI – Il leader della Lega Nord Umberto Bossi è arrivato nella sede federale di via Bellerio, a Milano, ed è entrato direttamente in auto nel cortile, per salire nel suo ufficio. Bossi si è limitato a fare un cenno con la mano ai cronisti che lo attendevano in strada e non si è fermato a parlare.


DI PIETRO – «Ora a Napoli serve un gesto di responsabilità da parte di quei partiti che non hanno creduto a chi, come l’Idv, ha proposto una discontinuità con il passato e un modo diverso di governare il paese. Noi siamo aperti ma mandiamo un messaggio chiaro: i napoletani vogliono discontinuità, dicono no agli stessi nomi, ai finti programmi. Se si accetta questo, bene. Altrimenti andremo avanti da soli rivolgendoci ai cittadini». E’ quanto ha affermato il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, commentando a Montecitorio i risultati del voto di Napoli di ieri.
– Napoli e Milano – ha aggiunto – dicono che un’alternativa al modello piduista del governo Berlusconi è possibile e che ai prossimi appuntamenti (quelli del referendum e dei ballottaggi) é possibile completare la fine della fase berlusconiana iniziandone una nuova con una coalizione aperta, progressista e riformista. Una coalizione – ha concluso – che non è di estrema sinistra, come si è detto, ma di estrema onestà: di chi non vende fumo e odio.


VENDOLA – «La mia felicità è evidente, perché è cambiato il vento, soffia ora forte un vento di pulizia, cambiamento e anche di ribellione». Lo afferma il leader di Sel, Nichi Vendola, commentando i risultati delle amministrative al suo ingresso all’assemblea dei giovani di Coldiretti.
– E’ un vento di cambiamento – sottolinea Vendola – nei confronti della cifra di volgarità che ha toccato livelli particolarmente sublimi in questa campagna elettorale. L’Italia sta rompendo – aggiunge Vendola – quel bozzolo opaco che è stato il berlusconismo. Per questa ragione, come leader politico, sono felice che un partito neonato come il nostro sia risultato nelle comunali il secondo partito del centrosinistra e che abbia portato candidati che hanno vinto, non solo alle primarie ma che, come Pisapia, Zedda e altri si sono dimostrati in grado di battere la destra. Tra gli sconfitti di questa campagna elettorale – conclude Vendola – oltre a Berlusconi, c’é quella politologia che diceva che vincere non bisogna allearsi con la sinistra estrema. Invece, con la sinistra che sta a sinistra del Pd si vince, e si vince anche bene-


SALVINI – «Siamo indietro e la sinistra è in vantaggio con la possibilità di vincere, ma noi al ballottaggio daremo il 101%: però occorre condurre la campagna elettorale sui temi concreti di Milano e non su vicende degli anni Settanta». Lo ha detto il capolista della Lega Nord Matteo Salvini parlando con i giornalisti del ballottaggio fra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia per le comunali di Milano.
Salvini si è detto in particolare fiducioso sul fatto che chi non ha votato al primo turno possa essere convinto ad andare alle urne al secondo per sostenere la Moratti.
– Molti dei 30 mila milanesi che non sono venuti a votare – è infatti la sua valutazione – verranno a votare Moratti.
Il ballottaggio per scegliere il sindaco di Milano «non sia più un referendum pro o contro Berlusconi, i problemi dei milanesi sono altri e su questo possiamo vincere». «Per noi Milano fa la differenza – ha aggiunto – e se la sinistra pensa di aver già vinto, sbaglia».P>
FASSINO – «Abbiamo chiesto il voto per i sindaci e per le comunità. Il presidente del Consiglio ha rifiutato questo terreno e ha estremizzato il confronto elettorale dandogli una caratura politica. Ora deve trarre qualche conseguenza». Lo ha detto il neosindaco di Torino, Piero Fassino durante la conferenza stampa.

ROMANI – Il risultato registrato da Letizia Moratti nelle elezioni comunali a Milano ha risentito «di una campagna un po’ troppo arrabbiata, che non ha generato il successo che si pensava». Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, a margine della presentazione del libro fotografico Ansa-Vodafone, citando espressamente l’episodio del confronto diretto con Giuliano Pisapia su Sky e i manifesti affissi in città. A giudizio di Romani, comunque, «i numeri non sono devastanti» e adesso «c’é una battaglia tutta da fare, lavorando porta a porta».


SCHIFANI – «Il presidente del Senato deve essere estraneo alle competizioni politiche, non solo deve essere terzo, ma anche apparire terzo nelle esternazioni pubbliche». Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, a proposito delle elezioni amministrative intervenendo alla presentazione del libro «1000 Comuni d’Italia in rete. I primi 100” realizzato da Ansa e Vodafone.
– Oggi è una giornata particolare, di commenti. Per sette anni, da capogruppo, ho esternato ma da tre anni – ha spiegato Schifani – non mi occupo più di valutazioni politiche, perché non rientra nei compiti del presidente del Senato, che deve essere arbitro vigile della sua terzietà, nella trasparenza.


DE BENEDETTI – «Sono assolutamente contento del risultato del centrosinistra, è un segnale importante, è vero: il vento sta cambiando». Carlo De Benedetti commenta così, a margine del direttivo di Assonime, il risultato della tornata elettorale, sottolineando in particolare l’esito a Milano e Torino.
– Credo che avrà serie conseguenze politiche – aggiunge-. E’ un risultato importante, anche se bisognerà attendere quello che accadrà tra 15 giorni perché quello sarà il vero risultato, ma certamente il vento è cambiato».