Zelaya sulla strada di casa, l’Honduras forse riammesso nell’Osa

ROMA – Il possibile ritorno in patria dell’ex presidente Manuel Zelaya avvicina il rientro dell’Honduras nell’Organizzazione degli Stati americani (Osa). Zelaya, deposto con un golpe militare più di due anni fa, potrebbe rientrare nel Paese a fine maggio, ha detto il suo consulente legale Rasel Tomé, aprendo la possibilità alla organizzazione panamericana – che si riunirà il 5 giugno prossimo – di metter fine alla sospensione di Tegucigalpa.

Perché l’Honduras rientri nell’Osa è indispensabile che il governo ottoscriva “l’Accordo di Cartagena”, il testo nato dall’incontro tenuto ad aprile tra i presidenti di Colombia, Venezuela e Honduras e promosso dal presidente colombiano Manuel Santos. Firmare il documento significherebbe permettere a Zelaya di abbandonare l’esilio di Santo Domingo, tornare ed esercitare i diritti politici dando inizio ad un processo costituente.

Perchè tutto si realizzi, è necessario annullare per irregolarità le sentenze pendenti su Zelaya ed avere il nullaosta dei paesi che non hanno riconosciuto le elezioni da cui è nato il governo Lobo: Paraguay, Ecuador, Argentina, Uruguay e Bolivia. Il Venezuela, tra i più critici del colpo di stato, ha promesso il suo appoggio proprio nell’incontro di Cartagena).