Il mercato dell’Inter tra Pastore e realtà

ROMA – Si parte col ‘Niño Maravilla’: “che ci piaccia come giocatore non è certo un mistero. Star qui a dire che non ci interessa o che non è un buon giocatore non corrisponderebbe al vero. Purtroppo, però, l’Udinese ha un’idea abbastanza onerosa di quanto valga, a ragione o a torto. È sicuramente un professionista che ha fatto bene, un giocatore con un mercato importante, richiesto da squadre straniere, quindi non so che cosa potrà accadere. Che l’Inter comunque abbia fatto dei passi importanti soprattutto a novembre o dicembre corrisponde alla realtà”.


E allora via con gli altri nomi che circolano sui giornali. “Se potrebbe arrivare Tevez? Mi sembra molto complicato. Pastore è fortissimo ma c’è il nostro Sneijder che è ancora più forte – prosegue il ds nerazzurro – Se resta Julio Cesar? È una delle certezze della nostra squadra. Il ritorno di Andreolli? È metà nostro e metà del Chievo, non so se a breve o a lungo termine ma potrebbe accadere che torni. Palacio è stato avvicinato all’Inter più come conseguenza dei rapporto con il Genoa che nell’ultimo anno hanno portato dai neroazzurri tre giocatori e qualche giovane al Genoa. Credo che probabilmente si è sentito parlare di lui più che altro per un collegarsi a questa situazione. Robben? Uno cui non piace Robben è da ricoverare, è fortissimo e piacerebbe a qualsiasi società”.


Ausilio, che spiega anche il mancato arrivo la scorsa estate di Mascherano: “non abbiamo considerato questo giocatore idoneo al cento per cento per la nostra squadra”, ci tiene poi a sottolineare l’importanza del settore giovanile dove, “in questi anni, siamo riusciti a produrre in casa tantissimi giocatori di valore, apprezzati dal mercato, una carta che ci siamo giocata e che ci ha anche aiutato in fase di trattative di acquisto, oltre ai sacrifici importanti che ha fatto il nostro presidente. Si tratta di nomi importanti, come Bolzoni, Bonucci, Fatic, che per esempio sono serviti per arrivare a obiettivi importantissimi, vedi Milito e Thiago Motta, che poi ci hanno fatto vincere tutto ciò che c’era da vincere”.


Al direttore sportivo viene quindi chiesto un bilancio della stagione che sta per finire. “Io ritengo che sia una stagione lo stesso positiva, abbiamo vinto due trofei e ce n’è uno per cui dobbiamo giocarci la finale – aggiunge Ausilio – E comunque firmerei subito di fronte all’idea di vincere di nuovo per cinque anni di fila e poi lasciare un anno lo scudetto ai cugini”.