Bossi contro Pisapia: «E’ matto, vuole una zingaropoli»

ROMA – Umberto Bossi decide di scendere in campo per i ballottaggi e dà il via alle ‘’10 giornate di Milano’’ per riconquistare la città. A sorpresa, radicalizza lo scontro con Giuliano Pisapia: lo definisce ‘’un matto’’ che ‘’vuole riempire la città di immigrati e moschee’’, rendendola ‘’una zingaropoli’’, ‘’non compatibile con una Milano decente’’.


La strategia del leader leghista è chiara: estremizzare lo scontro per portare al voto quel 30% di milanesi che hanno preferito rimanere a casa e ‘riconquistare’ anche quei moderati, non solo quelli del Terzo Polo, che ‘’non daranno la città in mano agli estremisti di sinistra’’.


La reazione dell’opposizione è composta. I big del Pd tacciono, preferendo lasciar gestire la campagna elettorale al quartier generale di Pisapia a Milano. Parla solo Enrico Letta che sottolinea come ‘’la linea di Bossi non sia diversa da quella Santanchè-Lassini’’. Toni più aspri da parte di Antonio Di Pietro.
– Bossi – dice – si è berlusconizzato e comincia a insultare gli avversari perchè sente odore di sconfitta.
In ogni caso, Bossi vuole rendere quella di Milano una battaglia leghista.
– La base – rimarca – sta dove sto io.
Mette a tacere le voci di divisioni interne nel partito.
– Siamo – spiega – abbastanza uniti.


Difende il ministro Roberto Maroni, il meno-berlusconiano dei suoi e accusato all’interno del Carroccio di aver sbagliato candidature in Lombardia.
– Maroni è intelligente – dice – Non sta pensando al dopo-Berlusconi, non accetterebbe mai di fare il premier.
A Milano la Lega gioca una partita doppia e sfida il Pdl, proprio nella roccaforte del ‘berlusconismo’: se si vince, i lumbard si intesteranno il successo; se si dovesse perdere, invece, le responsabilità resteranno del Pdl e di Berlusconi. Ma per riuscire nell’intento – si spiega – non si dovrà trattare del tentativo dei due partiti di affermarsi a scapito dell’alleato, come è accaduto al primo turno quando i lumbard hanno spesso criticato la Moratti. Così Bossi ammette che ‘’qualche errore lo abbiamo commesso anche noi’’ ed invita al ‘’cambiamento’’. riconquistare gli elettori.