Berlusconi si scatena in Tv. Bersani protesta: «Come in Bielorussia»

ROMA – Le opposizioni insorgono contro l’invasione dei Tg, Rai e Mediaset, da parte di Berlusconi. Il premier compare sui tre telegiornali serali del Biscione, nonchè su Tg1, Tg2. Si fa intervistare da RadioRai e da due tv lombarde. Il livello dello scontro politico ha così una improvvisa, e forse inaspettata, impennata con il Cavaliere che sostiene di essere ”turbato” dalla vista delle bandiere rosse a Milano e definisce ”violente” le sinistre che potrebbero governare il capoluogo lombardo.


La reazione è altrettanto vigorosa. Tutte le opposizioni, da Fli al Pd, contestano ”l’estremismo” di Pdl e Lega. Pierluigi Bersani parla di ”una situazione da Bielorussia” e sfida il premier ad un confronto televisivo, anche martedì prossimo a Ballarò. L’invasione” dei media da parte del Cavaliere scatena la reazione rabbiosa delle opposizioni che annunciano un presidio davanti all’Autorità per le comunicazioni chiedendo che essa intervenga preventivamente e non dopo, come è successo nelle scorse settimane.


L’annuncio della raffica di interviste da parte del premier su tutti i Tg serali, ha fatto dunque scattare la protesta delle opposizioni contro il ”Berlusconi a reti unificate”, secondo l’espressione coniata da Carlo Rognoni (Pd) e ribadita da altri esponenti democrats come David Sassoli, Anna Finocchiaro e dal senatore Idv Pancho Pardi, che parla di ”golpe mediatico” e invita l’Authority per le comunicazioni ad intervenire subito con ”un’opera di moral suasion sui direttori”.


Un intervento ”immediato” dell’Agcom lo chiede anche Antonio Di Pietro, affinchè l’Autorità imponga ai Tg ”un rapido riequilibrio delle presenze Tv” nei prossimi giorni. Concetti sottolineati anche da Roberto Zaccaria, che guida il gruppo di ascolto costituito da tutte le opposizioni presenti in parlamento (Pd, Udc, FLi, Api e Idv). Già un precedente esposto all’Agcom il 10 maggio scorso aveva portato l’Autorità a rilevare uno squilibrio dei Tg a favore del centrodestra.


– Non è accettabile – ha tuonato Pierluigi Bersani – che l’Autorità garante delle comunicazioni abbia annunciato che si riunisce mercoledì. A babbo morto.


Ed è per questo che ci sarà sin d’oggi un presidio dinanzi alla Sede dell’Agcom. Il segretario del Pd si è particolarmente indignato per l’invasione mediatica di Berlusconi.


– E’ una cosa inaccettabile – ha detto – le testate non si mettono a disposizione di una telefonata del presidente del Consiglio, non siamo in Bielorussia, noi non ci stiamo e rompiamo questo giocattolo.


Come, se l’Agcom non interviene preventivamente? Lo spiega lo stesso Bersani:


– All’invasione televisiva di Berlusconi non daremo copertura in nessun modo, anche se qualche testata ci sta chiedendo di mettere la foglia di fico della par condicio.


Insomma niente interviste riparatorie sotto tono. Ed ecco che arriva la sfida:


– Se Berlusconi vuole andare in tv, a Ballarò o dove vuole lui – ha affermato Bersani – andiamo lui ed io: va benissimo. Sennò al mio posto vanno De Magistris, Pisapia, gli altri candidati, perchè stiamo parlando di Comuni.


A difendere il premier ci pensa Alessio Butti, componente della commissione di vigilanza Rai.


– Bersani, Finocchiaro e compagni vorrebbero imbavagliare il presidente del Consiglio – ha detto -. Secondo costoro il contraddittorio deve valere quando parla Silvio Berlusconi in qualità di presidente del Consiglio e non vale più quando a parlare sono i giornalisti inginocchiati al centrosinistra che sistematicamente attaccano la maggioranza, a partire da Michele Santoro.