Lavoro, Napolitano: «Tutelare i piú deboli»

ROMA – Occorre tutelare i più deboli ed affermare un ”diritto del lavoro più inclusivo ed equo”che permetta al paese di crescere senza compromettere la coesione sociale; serve ”rafforzare la indispensabile capacità di rappresentanza unitaria dei sindacati. Giorgio Napolitano rilancia sui diritti dei lavoratori proprio in occasione del dodicesimo anniversario del ”vile e barbaro assassinio” del giuslavorista Massimo D’Antona, ricordando che le Brigate Rosse uccidendolo vollero colpire la sua cultura riformista e ”la sua coerenza” nella ricerca di un ”diverso equilibrio” nelle relazioni industriali.


L’appello del presidente della Repubblica a ritrovare l’unità sindacale non è nuovo. Era già stato rivolto ai dirigenti sindacali venti giorni fa, durante la celebrazione al Quirinale del Primo Maggio.


– Più che mai – ha detto ieri – occorre un diritto del lavoro ‘inclusivo’ ed equo, attento alla tutela dei diritti della parte più debole contrattualmente e alla riaffermazione rigorosa dei relativi doveri per salvaguardare insieme crescita economica e coesione sociale. E si conferma a tal fine l’esigenza, da D’Antona intuita per tempo, di un arricchimento della progettualità delle organizzazioni sindacali, proprio al fine di rafforzarne la indispensabile capacità di rappresentanza unitaria del mondo del lavoro.


Il sacrificio di D’Antona e l’importanza del suo contributo scientifico sono stati ricordati da numerosi esponenti politici, delle istituzioni e del mondo sindacale.


– Le Br sono state sconfitte – ha detto il presidente del Senato Renato Schifani – grazie al fatto che il Paese ha fatto blocco, grazie alla tenuta sociale a cui ci richiama sempre il capo dello Stato Giorgio Napolitano. E’ stata la forza del Paese, non dimentichiamolo. Dobbiamo abbassare i toni.


Felice Belisario, presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, ha detto che ”la rappresentanza unitaria del mondo del lavoro è fondamentale, ma al momento è un miraggio nel deserto dei diritti, che dovrebbero essere universali e invece sono stati svenduti da un governo impegnato a scardinare le principali tutele dei lavoratori.


– Purtroppo – ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi – i germi dell’odio ideologico non sono stati del tutto sradicati come testimoniano le ricorrenti forme di violenza politica che possono sempre degenerare nelle forme più estreme.