Caos tra i ‘Responsabili’, ‘terza gamba’ a rischio: implode Noi Sud

ROMA – Caos nella ‘terza gamba’ della maggioranza dove scoppia il caso Noi Sud, con i cinque rappresentanti del partito in guerra tra di loro per contendersi l’eredità di una scissione che affonda i malumori nell’ultimo mini-rimpasto di governo. ‘Iniziativa Responsabile’ rischia così di sfaldarsi e di frantumare la compattezza dell’ultimo Gruppo nato alla Camera per sostenere l’esecutivo.


– Siamo con la valigia in mano – annuncia il segretario di Noi Sud, Arturo Iannaccone, che promette però fedeltà al governo, a patto di un vero ripensamento delle politiche per il Sud. Dopo i segnali lanciati in Aula all’indomani delle amministrative, tra i ‘responsabili’ esplode l’insofferenza per le promesse non mantenute e gli ultimi a darne segnale sono i parlamentari di Noi Sud, rimasti fuori dall’ultimo rimpasto proprio a causa delle loro divisioni.


Nessuno di loro viene nominato sottosegretario: Enzo Scotti aveva indicato Antonio Milo, la nomina era cosa fatta ma il segretario, Arturo Iannaccone, puntava su Elio Belcastro e il premier, allora, ha stoppapo tutto. E i litiganti restano, tutti e due, senza nomina. Passano le amministrative e Arturo Iannaccone, con Elio Belcastro, rispettivamente segretario e vice-segretario della forza politica, annunciano il progetto di volersi federare con Io Sud di Adriana Poli Bortone e Forza Sud di Gianfranco Micciche’, con l’ambizione di costituire in prospettiva un gruppo autonomo alla Camera ed anche al Senato. Una iniziativa bloccata dai compagni di partito: con un vero e proprio blitz il presidente Enzo Scotti, sottosegretario agli Esteri, il capogruppo di Ir, Luciano Sardelli e il tesoriere Antonio Milo vanno da un notaio, convocano un ufficio politico e nominano nuovo segretario proprio Scotti. Ma Iannaccone e Belcastro non ci stanno: solo un nuovo congresso può decidere gli incarichi, dicono e, intanto, lanciano la loro Opa su Ir, chiedono la testa di Sardelli come capogruppo, definito addirittura un ”clown che ha gestito il Gruppo in modo risibile” e si scagliano contro Scotti, passato alla storia come quel ”Tarzan che passa da una liana all’altra, cadendo sempre in piedi”. Soprattutto si candidano a costituire la ‘quarta gamba’ della maggioranza e promettono a Berlusconi di portarlo fino a quota 327-330 alla Camera.


– Abbiamo tre o quattro deputati che non hanno mai votato la fiducia al governo, esterni alla maggioranza, disposti a venire con noi – annuncia Iannaccone. Intanto però volano gli insulti: i seguaci di ‘Tarzan’ accusano Iannaccone di essere un ”generale senza armi” e lui, a sua volta, li definisce ”tre amici al bar” e chiede conto a Milo, tesoriere del partito, di rendere pubblico il bilancio per sapere come sono stati spesi i fondi del finanziamento dei partiti. E, per finire, Belcastro accusa Sardelli di essere ”non più libero ma detenuto” e, addirittura, ”ricattato”.