Ue, nuove sanzioni contro Siria e Libia

BRUXELLES – Accordo tra i ministri degli Esteri UE per imporre sanzioni al presidente siriano Bashar Assad. Queste – che si aggiungono a una prima tornata di misure restrittive contro 13 personalità – estendono il bando dei visti e il congelamento dei beni ad al-Assad e altre 9 personalità del regime, “alla luce della continua repressione contro la popolazione civile”. “L’Ue – si legge nelle conclusioni del Consiglio affari esteri – esorta le autorità siriane a rispondere alle legittime richieste del popolo, lanciando un dialogo inclusivo e sincero, attuando senza rinvii e con un calendario concreto riforme politiche significative. È l’unico modo per iniziare una transizione pacifica verso la democrazia e dare stabilità alla Siria”.

Di sanzioni “molto importanti” parla il ministro degli Esteri Franco Frattini, sottolineando come “sia necessario un messaggio molto forte per mostrare l’isolamento del regime”. Il titolare della Farnesina ha detto di augurarsi che le sanzioni aiutino l’opposizione, osservando come “non abbiamo ancora visto emergere una vera opposizione strutturata”.
– È necessario mostrare al regime che l’unica opzione è andare avanti con le riforme e la cessazione delle violenze”.

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I media occidentali dovrebbero essere più accurati nel diffondere notizie sulla Siria e sulle proteste contro al-Assad, perché se la situazione degenerassee in una guerra civile si avrebbe un “dramma” come in Iraq. E’ l’avvertimento del portavoce del movimento sciita libanese Hezbollah, Seyyed Ibrahim al-Mousawi. “Il mondo arabo è investito da un’ondata rivoluzionaria”, dice ad Aki-Adnkronos International. E lancia un appello all’Italia:
– Quello che porto in Italia è un messaggio di pace e gratitudine, il vostro paese ha sempre svolto un ruolo molto importante per il Libano e chiediamo oggi che svolga un ruolo da protagonista in tutte le vicende del Medio Oriente, in particolare per la questione palestinese.

Libia

Via libera dei ministri degli Esteri dell’UE a nuove sanzioni contro la Libia. Il Consiglio ha inserito nella lista dei soggetti colpiti da misure restrittive (bando dei visti e congelamento beni) un’altra persona e un’altra entità. Hanno rinnovato la loro richiesta per un cessate il fuoco “immediato e sincero” e l’appello a Muammar Gheddafi, che “ha perso legittimità, perché abbandoni il potere immediatamente”.

“Gheddafi resta una minaccia per il popolo libico” hanno detto i ministri, tornando a denunciare “la repressione e le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale contro i civili da parte del regime, atti di violenza sessuale, uso di mine, bombe a grappolo”.

La richiesta di arresto di Gheddafi, suo figlio Saif al-Islam e il capo dei servizi, Abdullah al-Senussi emessa dalla Corte penale internazionale, “manda un segnale a quelli che sostengono il regime perché si dissocino da loro e dai loro crimini”.