Libia, 19 morti e 150 feriti in attacco Nato

TRIPOLI – Un totale di almeno 19 morti tra i civili – e non solo i 3 giovani tra i 22 e i 27 anni come annunciato in un primo momento dal portavoce di Tripoli, Moussa Ibrahim – e 150 feriti il bilancio dell’ultimo attacco perpetrato dagli aerei della Nato nella capitale libica, Tripoli, durato circa mezz’ora. Lo afferma l’agenzia Jana, che riporta i dati del ministero della Sanità libico. Tra i feriti civili “molti” verserebbero “in condizioni gravissime”, ha specificato Ibrahim.


Le fonti hanno aggiunto che gli attacchi alleati si sono concentrati su numerosi punti del centro urbano e della periferia.


Musa Ibrahim ha affermato che gli aerei Nato hanno effettuato tra le 12 e le 18 una serie di attacchi contro barricate di volontari dell’esercito libico, che però erano vuote, e ci sono state vittime tra le persone residenti nelle vicinanze. Stando alla stessa Alleanza Atlantica, si è trattato dei bombardamenti più vasti e intensi mai scatenati dall’inizio delle operazioni alleate nel Paese nord-africano.


Colpito nella notte un deposito di mezzi militari adiacente a Bab al-Aziziyah, dove si trova la caserma-bunker del colonnello Muammar Gheddafi. Lo riferisce la stessa Nato, che in un comunicato fa sapere di aver usato “armi guidate di precisione”. Secondo il governo di Tripoli, i raid notturni dell’Alleanza hanno colpito una base dell’esercito, che era stata evacuata in previsione dell’attacco.

Escalation di violenza


L’azione violenta della Nato si è prodotta dopo che Francia e Inghilterra hanno annunciato, lunedì, il dispiegamento di elicotteri da combattimento per le operazioni in LIbia. I mezzi dovrebbero essere operativi tra pochi giorni e permetteranno di effettuare attacchi da distanze più ravvicinate e quindi con maggiore precisione.


Il ministro degli esteri francese Alain Juppé, appoggiato dal suo omologo inglese, ha dichiarato di voler accentuare la precisione militare e la ricerca di una soluzione pacifica al conflitto per limitare ad un massimo di “vari mesi” la durata dell’intervento straniero.

La denuncia


Intanto, nuove denunce di stupri usati come arma da guerra dagli uomini di Muhammar Gheddafi: a rilanciarle è la CNN, in un’intervista ad una psicologa libica che ha raccolto le testimonianze di diverse vittime di queste violenze e che è in possesso di immagini che testimonierebbero di questi abusi. La psicologa raccoglie informazioni nei campi profughi al confine tra Libia, Tunisia ed Egitto.


All’Opec


Ai lavori del Consiglio dei governatori dell’Opec, in corso da lunedì presso il quartier generale a Vienna, la Libia è rappresentata da un emissario del regime di Muammar Gheddafi: lo hanno riferito fonti riservate dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio, secondo cui il rappresentante, non identificato, ha comunicato che al vertice in programma a Vienna l’8 giugno in rappresentanza di Tripoli parteciperà l’ex ministro del Petrolio, Shokri Ghanem .

Gli Usa


Il segretario di Stato aggiunto Usa per il Medio Oriente, Jeffrey Feltman, ha rifiutato categoricamente qualsiasi negoziazione con il governo Gheddafi per uscire dalla crisi che va avanti da 3 mesi, da quando ha offerto ai ribelli libici di aprire un ufficio a Washington.