“Colpo letale a iniziativa araba di pace”

BEIRUT – Il presidente degli Stati Uniti Barack “Obama e (il premier israeliano Benjamin, ndr) Netanyahu hanno dato il colpo letale all’iniziativa araba di pace” del 2002. Ne è convinto Hasan Nasrallah, il leader di Hezbollah, intervenuto ieri in occasione dell’11esimo anniversario della ‘’liberazione del sud del Libano dall’occupazione israeliana”.


Anche il presidente dell’Autorità palestinese (Anp), Abu Mazen, ha denunciato il discorso di Netanyahu dinanzi al Congresso Usa come un passo indietro dal processo di pace e ha confermato che, se non ci sarà modo di riprendere il negoziato, l’Anp chiederà a settembre all’Onu il riconoscimento dello Stato palestinese entro i confini antecedenti la guerra del 1967.


Obama intanto, parlando a Westminister Hall, il parlamento inglese, si è detto convinto che Israele è giustamente preoccupato per il ruolo di Hamas, dopo il suo accordo di riconciliazione con Fatah. “E’ difficile per Israele sedere per negoziare allo stesso tavolo con una parte che nega il suo diritto all’esistenza” e manda missili contro il suo territorio, ha aggiunto Obama, sottolineando che Hamas non ha rinunciato alla violenza. Si è detto certo che si possa arrivare ad una pace con due stati per gli israeliani e palestinesi. “Il mio obiettivo” – ha proseguito il presidente Usa – “è uno stato ebraico di Israele, sicuro e riconosciuto dai vicini, uno stato sovrano di Palestina nel quale i palestinesi possano determinare il loro destino e il loro futuro”. Ma ha sottolineato che la pace potrà essere raggiunta solo tramite il negoziato fra le parti.

Ue e Gran Bretagna


“E’ sbagliato concludere che la crescita di paesi come Cina, India e Brasile significhi la fine della leadership Usa ed europea – ha affermato Obama – anche se altre nazioni assumeranno le responsabilità della leadership globale, la nostra alleanza rimarrà indispensabile”. Parlando della primavera araba, ha sottolineato che “Usa e Gran Bretagna sono a fianco di chi cerca la libertà”, perché chi scende a manifestare nelle strade di Teheran e Tunisi, chiede quella stessa libertà e quegli stessi diritti universali che vengono sostenuti e difesi dall’Occidente.