Viso vuole fare storia a Indianapolis

CARACAS – Il pilota italo-venezuelano Ernesto José Viso parteciperà alle 500 Miglia di Indianapolis, la più famosa prova del mondo delle quattro ruote. Sul circuito si raduneranno domenica circa 350 mila spettatori per assistere all’edizione del centenario della prova.


Viso è uno dei 33 fortunati che correranno sull’ovale più rinomato del mondo dei motori. Il pilota di origini campane ha assicurato la sua partecipazione la scorsa settimana registrando il 18esimo miglior tempo nelle prove. Il ‘caraqueño’ ha raggiunto durante i test una velocità media di 360 km orari. I piloti che hanno staccato il pass per le 500 miglia, durante questa settimana hanno fatto tappa in diverse città degli Stati Uniti per promuovere la corsa di domenica. Viso ha visitato la città di Miami insieme ai suoi compagni di scuderia.
Quella di domenica sarà la quarta presenza consecutiva dell’italo-venezuelano alle 500 miglia. Per il ‘caraqueño’ si tratta di un record: è diventato il ‘criollo’ con più partecipazioni, dietro di lui troviamo Milka Duno (a quota 3).


Viso parteciperà difendendo i colori della scuderia KV Racing Technology Lotus, team che dirige Jimmy Vasser. La scuderia con cui corre l’italo-venezuelano è riuscita a piazzare quattro piloti nelle prime 24 posizioni: l’ex Formula 1, Takuma Sato (decimo miglior tempo), Tomas Scheckter (22º), Tony Kanaan (23º) e Viso (18º).


La storia delle 500 di Indianapolis. E’ una delle gare automobilistiche più famose del mondo. Si disputa negli Stati Uniti d’America dal 1911. Si svolge il fine settimana del ‘Memorial Day’, giorno nel quale negli Usa si rende omaggio ai soldati americani caduti in tutte le guerre, sul circuito ovale dell’Indianapolis Motor Speedway. Data l’importanza della 500 Miglia, intorno a questa manifestazione è stata ora fondata la Indy Racing League.


L’importanza per l’automobilismo Usa è tale che le monoposto che partecipano alle serie americane (simili esteticamente alle F1 ma con molte differenze tecniche) sono spesso chiamate IndyCars, per lungo tempo parte del campionato CART (ora Champ Car).


Tra il 1950 e il 1960 la 500 Miglia è stata una gara valevole per il Campionato Mondiale di Formula 1, nel tentativo di avvicinare le due principali serie automobilistiche; tuttavia l’integrazione fra i due mondi è stata pressoché nulla e ne resta una traccia solamente negli ‘albi d’oro’.


La formula della corsa. Le macchine cominciano la corsa con una partenza lanciata, che avviene tradizionalmente (unica corsa automobilistica al mondo) su undici file di tre macchine ciascuna. Ciò deriva da una norma del 1919 che imponeva di “posizionare una macchina ogni 120 metri di pista”.


Le prime corse videro un numero variabile di partecipanti, da un minimo di 21 ad un massimo di 42. Dal 1933 non ci sono mai stati meno di 33 concorrenti, con l’eccezione del ‘47 quando, a causa di mancanza di fondi, lo schieramento era formato da soli 30 concorrenti. Nel ‘79 vi furono 35 concorrenti a causa di una disputa sui turbocompressori dei motori; anche nel ‘97 vi furono 35 piloti, a causa di dispute causate dal regolamento che ammetteva i partecipanti al campionato IRL di diritto alla corsa. Due concorrenti furono riammessi nello schieramento poiché avevano ottenuto tempi migliori di altri ammessi di diritto.


La corsa dura 200 giri, pari a 500 miglia (circa 804 km), e assume validità al termine del centunesimo giro.
Ralph De Palma, l’unico acuto italiano. L’italo-statunitense detiene il record di 2557 vittorie su 2889 gare cui partecipò; si ricordano la vittoria alla 500 Miglia di Indianapolis nel 1915 e l’epica partecipazione a quella del 1912, come i grandi duelli con Barney Oldifiel. Palma, che detiene il record mondiale di velocità (241 km/h nel 1919), fu per milioni di emigrati italiani il primo “eroe dello sport”.


Le tradizioni delle 500 Miglia. Dopo la fine della corsa il vincitore e la sua macchina vengono accolti nella Victory Lane, una sorta di ‘circolo dei vincitori’ dove solo lui e il suo team possono entrare e festeggiare la vittoria.


Dopo essersi tolto il casco la prima cosa che viene passata al pilota è, dopo il berretto dello sponsor, una bottiglia di latte. Questa pratica nasce da un evento avvenuto nel ‘36 quando l’allora vincitore Louis Meyer fu fotografato mentre festeggiava la vittoria bevendo una bottiglia ghiacciata del tipico latte burroso americano. Da allora questo divenne un rituale, tanto che compagnie produttrici di latte divennero sponsor della corsa.
Ogni anno, ad ogni pilota viene richiesto, prima della corsa, che tipo di latte vuole trovare a Victory Lane, tanto che vengono prodotte bottiglie in serie limitata con stampati i nomi dei 33 possibili vincitori. L’Associazione Americana dei produttori caseari offre 10.000 dollari al vincitore purché dia un sorso alla sua bottiglia di latte.


Strappo alla regola nel ‘93 quando il vincitore, il pilota italo-brasiliano Emerson Fittipaldi, bevve succo d’arancia prima del latte: essendo lui un grande produttore di agrumi sperava di promuovere i suoi prodotti.
Inoltre, al vincitore delle 500 Miglia viene dedicato un bassorilievo del viso con nome, velocità media e data del successo, aggiunto ogni anno al Borg-Warner Trophy.


Dal 1988 viene anche consegnata al vincitore una replica più piccola del trofeo.