Papais (Cne): «Le associazioni penalizzate dal testo approvato»

ROMA – «Per allargare la base democratica è sempre necessaria la più ampia partecipazione e il rispetto del principio di sussidiarietà. Le Associazioni d’emigrazione sono gli organismi più vicini agli emigranti e sono perciò il corpo intermedio tra essi e lo Stato. La bozza Tofani approvata dalla sola maggioranza in Senato si pone sul versante opposto, perché penalizza il rapporto tra rappresentanti e rappresentati». Queste le considerazioni del presidente della Consulta Nazionale dell’Emigrazione, Luigi Papais, sul ddl di riforma di Comites e Cgie approvato dal Senato.


Secondo Papais, «la riduzione numerica dei Comites e l’eliminazione dal Cgie dei rappresentanti dell’associazionismo centrale, rende meno rappresentativi questi organismi, penalizzando il mondo associativo».
– Le Associazioni centrali aderenti alla CNE – spiega – non sono contrarie alla presenza di una rappresentanza delle Regioni nel Cgie, ma sono convinte che questa riforma che le esclude trasformerà questi organismi in strumenti meno qualificati degli attuali.


Per il presidente della Cne, inoltre, «non è pensabile che organismi ridotti di numero perché accentrati mantengano la rappresentanza più ampia dei territori dove vivono gli italiani nel mondo, mentre il venir meno in varie realtà territoriale di questi organismi, impoverirà una rete di rapporti che fino ad ora ha ben rappresentato l’immagine dell’Italia nel mondo».
– Confidiamo – aggiunge – che prima del voto alla Camera dei Deputati ci sia un ripensamento da parte della maggioranza, che tenga conto delle richieste del mondo associativo dell’emigrazione.


E sottolinea:
– Richieste che, alla fine, sono quelle degli emigranti, poiché da nessuna parte il rapporto tra la Patria di partenza e quella di arrivo è stato mantenuto se non attraverso l’azione di rappresentanza e di collegamento svolta quotidianamente dalle Associazioni. Sostenere in astratto che le Associazioni troveranno rappresentanza attraverso le persone che faranno parte dapprima dei Comites e poi del Cgie, senza pensare che le associazioni centrali rappresentano il motore propulsivo dei loro sodalizi operanti all’estero, significa indebolire un lavoro di squadra che può invece definirsi efficace solo attraverso la giusta rappresentanza degli uni e degli altri.
– Anche l’introduzione del sistema elettorale maggioritario per la loro elezione – critica Papais – rappresenta una scorciatoia per far vincere comunque una compagine rispetto all’altra, ma non garantisce la loro funzionalità.

FLI-PSI-PD-UDC-MAIE-IDV-SEL


Riforma Comites-Cgie, «un ddl nato male»

ROMA – “La proposta di legge Tofani approvata dal Senato segna un altro punto negativo di questa maggioranza nei confronti degli italiani all’estero”. È quanto dichiarano in una nota congiunta i responsabili nazionali per gli italiani nel mondo dei partiti dell’opposizione Aldo Di Biagio (FLI), Luca Cefisi (PSI), Eugenio Marino (PD), Ricardo Merlo (UDC-MAIE), Niccolò Rinaldi (IDV), Guglielmo Zanetta (SEL).
“Si tratta di un disegno di legge nato male – continua la nota – e che in alcuni punti mortifica le diverse rappresentanze democratiche e associative degli italiani all’estero, impedendo un rapporto costruttivo con le nostre comunità nel mondo”.

“Questa maggioranza – proseguono i responsabili dell’opposizione – da tempo non più credibile presso gli italiani all’estero, ha comunque inflitto una legge di riforma istituzionale con soli 21 voti in più, dimostrando la sua chiusura nei confronti delle istanze dei partiti di opposizione e delle stesse istituzioni che vuole riformare, anche avendo numeri risicatissimi a sostegno delle proprie scelte”.

“Ciò che auspichiamo oggi – concludono i responsabili dei partiti dell’opposizione – è che nel prosieguo dei lavori alla Camera si apra una vera fase di confronto tra i partiti e con i Comites e il CGIE affinché si possa giungere a una riforma condivisa e utile agli italiani nel mondo”.

PD

Comites-Cgie, Neri: “Continua la guerra contro la nostra emigrazione”

ROMA – «La proposta di legge approvata con un lieve scarto dalla destra al Senato e tesa a cancellare gli organismi di rappresentanza dell’emigrazione italiana, è solo un altro capitolo della guerra scatenata da Pdl e Lega contro gli italiani nel mondo. Una guerra che perderanno».


Ne è convinto Luciano Neri, membro del Coordinamento Circoscrizione Estero del Pd e consigliere del Cgie, secondo cui il ddl approvato ieri mattina dal Senato «non andrà da nessuna parte», anche se «rappresenta in modo solare la biliosa cattiveria e l’ignoranza e la filosofia di personaggi squalificati che non capiscono nulla né di emigrazione né di questioni internazionali. Personaggi che con il loro operato hanno contribuito a sporcare l’immagine dell’emigrazione italiana nel mondo, trasformandola da positivo fenomeno sociale e istituzionale a questione immorale e talvolta anche criminale».


Il ddl, prosegue il consigliere del Cgie, è «in realtà teso proprio ad impedire qualsiasi riforma, a mantenere inalterati i costosi privilegi di una burocrazia improduttiva e di un’archeologia amministrativa che non è più in grado di capire né di valorizzare un mondo dell’emigrazione italiana, una realtà plurale e ricca che qualsiasi nazione e qualsiasi gruppo dirigente, lungimirante, utilizzerebbe positivamente come strumento di competizione culturale ed economico-commerciale a livello internazionale. Il progetto di legge è finalizzato a colpire la rappresentanza istituzionale degli italiani nel mondo, i patronati e l’insieme dell’associazionismo. Organismi che in questi mesi sono stati gli unici ad avanzare reali proposte di riforma. È attraverso la valorizzazione di questi organismi, dotandoli di maggiori risorse e responsabilità, che passa qualsiasi progetto di riforma, non il contrario».


Per Neri, però, «questo voto ha comunque qualcosa di positivo, perché serve a individuare responsabilità e colpevoli. Prendere le distanze da personaggi inenarrabili come Mantica, Firrarello, De Gregorio, Caselli, Di Girolamo, Giordano e soci, costituisce solo un vantaggio per gli italiani all’estero. Un ringraziamento, invece va a tutti quei Senatori che hanno rappresentato le richieste e le aspirazioni delle nostre collettività all’estero e che hanno votato contro un progetto di legge che ha come unico effetto – conclude – quello di colpire i nostri connazionali all’estero e il Sistema Italia nel mondo».