F. Cristiana: «Arroganza e ridicolo umiliano la politica. Sí alle Moschee»

ROMA – ”Arroganza e ridicolo umiliano la politica”. Così Famiglia Cristiana vede il dibattito che caratterizza questi giorni di avvicinamento ai ballottaggi, in particolare a Milano e Napoli. Una fase politica, scrive Beppe Del Colle in un editoriale nel nuovo numero, caratterizzata da ”arroganza delle forme e ridicolo delle sostanze”.

A proposito della prima, il settimanale dei Paolini fa cenno alle ”(finte) interviste del presidente Berlusconi trasmesse quasi in contemporanea sui tre canali televisivi privati (i suoi) e sui due pubblici sotto il controllo del Governo (Tg1 e Tg2)”, sulle quali ”molto è stato detto e scritto”. Invece per Famiglia Cristiana, di più ”vale la pena di riflettere” sulla ”sostanza che ha sfiorato in diverse occasioni il ridicolo per la totale irrilevanza politico-costituzionale di alcune prese di posizione di Berlusconi e di Bossi”.

”Il premier ha denunciato in toni accorati il rischio che, se vincesse a Milano il candidato dell’opposizione Pisapia la metropoli lombarda diventerebbe preda di zingari, rom, drogati, immigrati, musulmani, centri sociali, sinistra estrema”, si legge nell’editoriale, mentre ”su un sito di area cattolica è apparsa per l’avvocato Pisapia l’accusa di ‘Anticristo’ ”. Secondo il settimanale dei Paolini, ”con questi atteggiamenti si negano decenni di storia civile di Milano, una città socialmente aperta e generosa sia sul piano pubblico sia su quello religioso cattolico”.

Milano ”non rischia nulla di terribile”. Piuttosto, aggiunge Famiglia Cristiana (secondo cui anche la proposta leghista dei ministeri a Milano ”non ha senso”), ”se la polemica elettorale resta ferma all’anticomunismo, al taglio delle tasse (promesso da 17 anni), fino all’assurdo della cancellazione delle multe stradali, anche se domenica vincesse la Moratti quale riforma si potrebbe attendere per una politica così desolante come quella di oggi in Italia?”.

Il diffuso settimanale cattolico, con un altro editoriale, a firma del fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, si sofferma su un ulteriore tema di aspro confronto in vista dei ballottaggi, quello della costruzione delle moschee, aggiungendo il suo ”sì” a quello già espresso dalla Cei.
”La preghiera non deve mai farci paura”, scrive Riccardi, mentre ”i credenti di ogni religione hanno diritto a spazi di preghiera che non offendono nessuno”. ”La preghiera apre il cuore dell’uomo alla pace – osserva il fondatore di Sant’Egidio -. Che paura fanno, allora, i luoghi di preghiera delle altre religioni? Talvolta si levano proteste: ‘Vengono a snaturare il panorama religioso e umano dei nostri Paesi’. Certo un luogo di preghiera non può essere, con la sua architettura, un’affermazione arrogante di una religione. E dev’essere un luogo religioso e non di propaganda politica”. Riccardi rievoca anche ”quando Paolo VI negli anni Settanta troncò la discussione sulla costruzione della mosche a Roma, ‘città santa’ per i cattolici: il Papa affermò il diritto dei musulmani a un luogo di preghiera. E ora la moschea si inserisce nel panorama di Roma”.