Pdl: correnti in fermento Si pensa al dopo ballottaggio

ROMA – Ad urne ancora aperte, con i ballottaggi per Milano e Napoli in corso, le ‘correnti’ del Popolo delle Libertà sono in fermento e scoprono le carte per il dopo. Vecchi malumori si intrecciano con nuove fratture (i LibDem lasciano il governo dopo tre settimane) e fanno squillare campanelli d’allarme nel partito di Silvio Berlusconi che, ad ora, sembra invece voler spendere tutte le sue energie sull’Esecutivo. Dunque, non si attende il ‘day after’ per dare una prima definizione delle linee sulle quali costruire il rilancio del partito di maggioranza relativa.


Interviene Franco Frattini, legato all’ associazione ‘Liberamente’, considerata una componente moderata del partito. Il ministro degli Esteri, rilevando che è finita la stagione del ‘triumvirato’ dei coordinatori, propone la costituzione di un ‘direttorio’ che – spiega dalle colonne del Corriere della Sera – sia un ‘’organismo di collegamento’’ una sorta di ‘’segreteria politica’’ in grado di rappresentare tutte le anime del Pdl.
– Non giova a nessuno – ammonisce il titolare della Farnesina – una balcanizzazione del Popolo delle Libertà. Se non c’è un pericolo immediato, se la nave non affonderà qualunque sia l’esito dei ballottaggi, non si può tuttavia fingere – spiega ancora – che non ci sono problemi. Dal ‘’caso Scajola aperto’’, alle ‘’sofferenze’’ di parecchi ex An’’, fino alla minaccia di un gruppo autonomo che si potrebbe saldare attorno a Gianni Alemanno: non si può pensare che il triumvirato faccia da solo.
Senza un organismo che funga da ‘’cinghia di trasmissione’’ nel partito, avverte Frattini non avremo ‘’spinte centripete, ma centrifughe’’.


Chiamato in causa in qualità di coordinatore nonche’ ex aennino, Ignazio La Russa nega che problemi sorgano dal ‘’solo triumvirato’’ ed indica, quale priorità e urgenza del Pdl, un nuovo congresso. Il ministro della Difesa ritiene che sia questa la sede migliore per ‘’adeguare la struttura che avevamo immaginato’’ nelle assise del 2009 ‘’alle mutate condizioni politiche e sociali’’ del Paese.


La proposta del ‘’direttorio’’ non piace ad Osvaldo Napoli, perchè ‘’sa tanto dei vecchi ‘caminetti’ Dc, luoghi dove avveniva la spartizione o l’aggiustamento delle quote di potere con soddisfazione delle correnti’’. Il vicepresidente dei deputati pidiellini, che non fa parte di correnti, spiega di essere ‘’perplesso sull’utilità’’ dello strumento indicato da Frattini ‘’anche per la ragione che la rappresentazione in esso delle varie ‘componenti’, senza un lavoro di sintesi politica e programmatica, farebbe rientrare dalla finestra la balcanizzazione cacciata dalla porta’’. Napoli sottolinea che, per il rilancio, va trovata ‘’una ricetta politica’’ legata a temi reali. E cita, fra gli altri, le politiche per sostenere la famiglia, la giustizia, e non ultimi, i temi sollevati dai referendum: una convinta ‘’politica nuclearista’’ e di ‘’liberalizzazione dei servizi pubblici locali, e non solo di quelli idrici’’.


Non correre, aspettare almeno la fine dei ballottaggi, chiede invece Isabella Bertolini, perchè ‘’dopo ci sarà modo e tempo per discutere insieme i suggerimenti che tutti i protagonisti del Pdl saranno chiamati a mettere in campo’’. Da sempre vicina al premier, la vice capogruppo a Montecitorio, fissa un paletto:
– Un solo punto non può essere messo in discussione, ossia la leadership di Silvio Berlusconi.
E intanto il Cavaliere indugia tra un ‘predellino 2’ e il lasciare le cose grosso modo così come stanno puntando tutto, al momento, si ragiona in ambienti del partito, sul puntellamento di maggioranza e governo.