Ballottaggi, batosta al Pdl. La lega perde Novara

ROMA – Novara, feudo indiscusso del governatore leghista del Piemonte, ha rovesciato la precedente giunta di centrodestra per affidare il proprio futuro ad Andrea Ballarè, candidato del centrosinistra e protagonista di un recupero travolgente, visto che al primo turno era indietro di 14 punti. E’ solo uno dei tanti episodi elettorali che hanno segnato questi ballottaggi non meno sorprendenti, quanto a risultati, dei verdetti emessi al primo turno.


Gallarate è un’altra città simbolo della sconfitta del centrodestra. Lì il senatur aveva gettato nella mischia una sua fedelissima, Giovanna Bianchi Clerici, consigliere d’amministrazione della Rai. Il PdL, con la candidatura di Massimo Bossi, aveva però ribadito la sua determinazione a conservare quel Comune. E’ stato scontro aperto nel centrodestra, e Bianchi Clerici ne ha fatto le spese al primo turno. Al ballottaggio, pero’, e’ stato Massimo Bossi a pagare dazio per lo scontro interno al centrodestra: il risultato e’ stata la vittoria Edoardo Guenzani, candidato del centrosinistra. Con i leghisti che giurano di aver votato per Massimo Bossi al ballottaggio.


Per chiudere con un’altra città simbolo: Arcore. Vince il centrosinistra, e Rosalba Colombo strappa al centrodestra un luogo simbolo del berlusconismo al punto che lo stesso Pisapia ritiene giusto darne annuncio ai militanti che lo acclamano nel suo quartier generale. Arcore sarà governata da una donna e avrà una giunta per il 50% composta da donne. Si tratta di novità destinate ad alimentare letture le più diverse.


Trieste volta pagina


Trieste volta pagina. E si affida a Roberto Cosolini, candidato del Centrosinistra, dopo dieci anni di ‘assoluto’ dominio del Centrodestra e del suo interprete più autentico ed efficace, Roberto Dipiazza, per tanti anni anche il sindaco più amato dai triestini. L’ex assessore della giunta regionale di Riccardo Illy ha sicuramente vinto per il suo programma e perchè è riuscito a convincere i triestini con una campagna elettorale ‘rione per rione’, ma non c’è dubbio che ha potuto contare anche sulle divisioni, prima, e sullo sfarinamento, poi, del fronte opposto. Qui piu’ che altrove, infatti, il Centrodestra si è presentato diviso e lacerato da beghe infinite alle elezioni.


Che cosa non ha funzionato nel Centrodestra cittadino? Che cosa non ha girato nell’entourage dello sfidante Roberto Antonione, già presidente della regione Friuli Venezia Giulia ed ex sottosegretario di stato agli Affari esteri? Tante cose.


Innanzitutto la candidatura, che è giunta proprio all’ultimo istante utile, con un Centrodestra dilaniato dalle ‘faide’ tra l’uscente Dipiazza e il leader storico del Pdl di Trieste, il senatore Giulio Camber, che aveva proposto un altro candidato poi ritiratosi. Poi, forse, sono venuti meno alcuni appoggi interni al partito che non hanno certo favorito Antonione in campagna elettorale. Infine non e’ stato possibile in una settimana ‘ricucire’ quello che era stato rotto e distrutto negli anni e nei mesi precedenti.


Alla fine solo la Lega Nord si è apparentata con il Pdl, ma per Antonione non è stato sufficiente. Dipiazza lo aveva detto e ripetuto in campagna elettorale: ”con me e Antonione contro Camber, dobbiamo ‘liberare’ la città”.


Ma l’appello non è stato accolto dall’elettorato di Centrodestra che ha anche disertato le urne (95.363 elettori al ballottaggio contro i 104.830 del primo turno) e per Antonione non c’è stata partita. Cosolini, insomma, non ha dovuto fare granchè nel senso che il terreno gli è stato dissodato dagli stessi avversari. Ora avrà cinque anni di tempo per realizzare il programma che lo ha portato alla vittoria e che punta sulla valorizzazione del porto, sullo sviluppo del turismo e del settore secondario. Per contro il centrodestra dovrà riflettere sulle proprie divisioni.