Pisapia sindaco: «Ora ricostruiamo la città»

MILANO – A Milano è cambiato il vento: nella città di Silvio Berlusconi, dove la Lega Nord ha la sua sede principale, il sindaco da ieri è un esponente del centrosinistra, l’avvocato Giuliano Pisapia. Non succedeva da 18 anni. Comprensibili, quindi, i festeggiamenti con circa cinquantamila persone che nel pomeriggio di ieri si sono riversate in piazza Duomo per salutare il loro ‘Giuliano’ sventolando bandiere arancioni, il colore della campagna elettorale. Lui ha fatto una prima tappa al teatro Elfo Puccini, dove si è insediato (come aveva fatto già al primo turno) il suo comitato elettorale e dove molta gente si è riversata in strada. Il suo primo pensiero è stato per i militari feriti in Afghanistan e per le loro famiglie, poi ha ringraziato chi lo ha aiutato in questa avventura iniziata con la candidatura alle primarie dello scorso novembre.


Ha spiegato di aver chiamato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per ringraziarlo del suo ‘’rigore morale’’. Ha sospirato e detto di essere ‘’commosso ed emozionato’’.
– Milano – ha aggiunto – aveva bisogno di cambiare e il voto lo ha dimostrato.
Un divario cosi’ alto, il 55,1% delle preferenze contro le 44,9% di Letizia Moratti, non se lo aspettavano in molti. Soprattutto tenendo conto che al ballottaggio l’affluenza è stata altissima: il 67% dei milanesi.
– E’ rinato l’impegno e l’entusiasmo che Milano non vedeva da anni – ha commentato il neosindaco – è un regalo che abbiamo fatto alla città.


Un regalo per lui è stata la telefonata dell’ormai ex sindaco, Letizia Moratti, che si è congratulata e ha detto di voler continuare a impegnarsi per la città. L’avvocato lo ha preso come un segnale di distensione, anche perchè da tempo Pisapia accarezza l’idea di un ‘’patto per Milano con tutte le forze vive della città’’. L’ex sindaco ha rimandato ai prossimi giorni l’analisi del risultato elettorale, anche se da giorni si parla di una resa dei conti nel centrodestra, soprattutto in casa Pdl.


Il leghista Matteo Salvini è stato esplicito nello spiegare ‘’la vittoria della sinistra come un voto contro Berlusconi’’. Nichi Vendola, il leader di Sel volato a Milano per festeggiare il ‘suo’ candidato in piazza Duomo, gli ha dato in qualche modo ragione, parlando di elezioni anticipate e avviso di sfratto a Palazzo Chigi. Il neosindaco, invece, è stato più prudente.
– Non credo ci sarà un effetto immediato a livello nazionale – ha detto ai giornalisti, anche se nella vittoria di Milano ha visto un ‘’segnale per l’intero Paese’’. Un segnale che gli ha permesso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, dopo le accuse ricevute in campagna elettorale di volere una zingaropoli e anche quella (falsa) di essere stato amnistiato per un furto d’auto.
– Abbiamo sconfitto i toni duri e la contrapposizione frontale – ha detto – con il sorriso e l’ironia: era una cosa che non era mai successa. Abbiamo liberato Milano, ora – ha concluso il sindaco – dobbiamo ricostruirla.
Ci sono cinque anni per farlo.