Napoli, il ciclone De Magistris spazza il centrodestra

NAPOLI – Napoli volta pagina: è Luigi De Magistris, 43 anni, il nuovo sindaco della città partenopea. E se non è una rivoluzione, è un risultato di sicuro sorprendente per le modalità e le proporzioni in cui è maturato, con l’ex pm dell’Idv che si è affermato impostando la campagna elettorale al di là dei partiti, se non contro. Il ciclone De Magistris si abbatte su Napoli con le prime proiezioni delle 15: troppo ampio il divario tra l’ex pm dipietrista e il suo sfidante del Pdl, Gianni Lettieri, per pensare a un esito diverso. Quelle successive non fanno che acuire le distanze, come una slavina che si ingrossa fino a diventare valanga. Alle 17 già non ci sono più dubbi: è lui che succederà a Rosa Russo Iervolino a Palazzo San Giacomo con oltre il 65% delle preferenze, al di lá di ogni previsione.

Dal punto di vista dello scenario politico Napoli rimane a guida centrosinistra; ma dal punto di vista sostanziale cambia tutto, con uno spostamento a sinistra dell’asse della coalizione (De Magistris era sostenuto da Idv e Federazione della Sinistra, mentre il Pd, che aveva un ruolo guida in città e col quale il neo sindaco non ha voluto apparentarsi al ballottaggio, entra in Consiglio molto ridimensionato con soli quattro consiglieri).
– Napoli è stata liberata. Sarò il sindaco di tutti, anche di quelli che hanno votato Gianni Lettieri – le prime parole del neo primo cittadino che ha seguito gli exit poll a casa, con la famiglia, per poi arrivare al comitato facendo il segno della vittoria -. Sono particolarmente commosso – ha aggiunto – nel commentare un risultato che mi ha profondamente colpito ed ha contributo a scrivere una pagina senza precedenti nel modo di fare politica. Ai napoletani che hanno dimostrato cuore e cervello in questa campagna elettorale va il suo primo grazie: hanno dimostrato che è un voto di protesta verso il sistema politico, un segnale che si può cambiare la politica facendo politica e non l’antipolitica.

Con lui si complimenta anche il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, con una telefonata. Scatta la festa sul lungomare che costeggia il comitato De Magistris e la vicinanza tra il quartier generale del vincitore con quello dello sconfitto favorisce il contatto tra le due tifoserie: ci sono delle scaramucce e volano spintoni. I sostenitori di Lettieri accusano quelli di De Magistris di aver provocato per primi andando a festeggiare sotto la loro sede; una simpatizzante dell’ex pm denuncia un’aggressione. Interviene la polizia a riportare la calma e tutto finisce la’.

Tocca a Lettieri riconoscere la sconfitta e fare gli auguri all’avversario di una campagna elettorale costellata di veleni. Il suo congedo lascia intendere che l’avventura politica non proseguirà.
– Continuerò ad occuparmi di Napoli da imprenditore – dice prima di lasciare il comitato tra gli applausi dei suoi (ma non dei vertici del Pdl assenti in blocco con l’eccezione di Fulvio Martusciello e Amedeo Laboccetta).
Da De Magistris, invece, arriva Antonio Di Pietro. Il leader dell’Idv esulta:
– Liberiamo Napoli dalla monnezza morale e etica in cui è stata buttata per troppo tempo.
De Magistris riceve anche la telefonata di Lettieri al quale propone di mettere da parte le polemiche per ripartire tutti assieme. E il pensiero va ai problemi sul tappeto.
– Ne dovrò affrontare – ammette – so bene che troverò numerosi trabocchetti dietro l’angolo. Noi, però, siamo fuori dal sistema – aggiunge – abbiamo il popolo dalla nostra parte, il mandato popolare che mi dà forza.