Frattini a Bengasi inaugura il nuovo consolato italiano

BENGASI – Il Ministro degli esteri Franco Frattini è oggi a Bengasi per incontri con il Consiglio nazionale transitorio libico. Nel corso della sua visita il Capo della diplomazia italiana incontrerà il presidente del Consiglio nazionale transitorio (Cnt), Mustafa Abdel Jalil per poi spostarsi nei locali provvisori del Consolato italiano a Bengasi per l’inaugurazione.

La visita segue quella dell’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, e del Ministro degli esteri polacco Radoslaw Sikorski.

Intanto il regime di Gheddafi continua a perdere pezzi. “Sono in tutto 120, tra soldati e ufficiali, e attualmente sono tutti fuori dalla Libia”, ha annunciato l’ex Ministro degli Esteri libico ed ex Ambasciatore all’Onu Abdel Rahamn Shalgam, uno dei primi ad abbandonare il Colonnello, presentando in una conferenza stampa a Roma otto alti ufficiali scappati da Tripoli venerdì scorso per abbracciare la “Rivoluzione del 17 febbraio”. Gli otto, hanno raccontato, sono fuggiti “via terra” in Tunisia “con l’aiuto dei rivoluzionari delle Montagne occidentali”.

La defezione degli otto ufficiali è “uno sviluppo molto significativo”, ha commentato il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, esprimendo la “particolare soddisfazione” del governo italiano. “Uno sviluppo che premia il coraggio dei nostri amici libici ma anche il lavoro attento, competente e determinato della nostra intelligence e delle varie articolazioni istituzionali italiane”. Secondo uno degli otto ufficiali presente alla conferenza stampa a Roma, il Generale di fanteria Malud Massud Halasi, al regime di Gheddafi “non resta più del 20% delle sue capacità militari”, il rais può ancora contare su “qualche centinaia di soldati, mentre il numero dei generali non supera le decine”.

Tutte le telecomunicazioni tra le forze governative, inoltre, “sono interrotte”. Sul terreno dunque le capacità del rais sembrano essere ridotte al minimo, tanto che il Segretario Generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha dichiarato che “l’operazione in Libia sta raggiungendo i suoi obiettivi” e che il “regno del terrore” di Gheddafi è arrivato alla fine.