Onu, crimini di guerra: anche ribelli colpevoli

TRIPOLI – Una forte esplosione è avvenuta davanti all’albergo Tibesti, a Bengasi, roccaforte degli insorti ad est. Lo ha riferito ‘al-Jazeera’.


La deflagrazione, che potrebbe essere stata causata da un’autobomba, per ‘al-Jazeera’ non ha provocato danni alla struttura dell’albergo essendo avvenuta in un parcheggio a circa 50 m dall’ingresso. La tv ha mostrato le immagini di due vetture incendiate, ma non si hanno per ora notizie di vittime provocate dall’esplosione.


Intanto la missione Nato in Libia sarà prolungata di altri 90 giorni. E’ quanto ha confermato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Anders Fogh Rasmussen. “La Nato e i suoi partner hanno deciso di estendere la missione in Libia di altri 90 giorni”, ha annunciato da Bruxelles. La decisione “manda un messaggio chiaro al regime di Gheddafi: siamo determinati a continuare le nostre operazioni per proteggere la popolazione libica” in linea con il mandato Onu, per questo “manterremo la pressione”, ha avvertito il segretario dell’Alleanza.


La proroga invia anche un “messaggio chiaro al popolo libico: la Nato, i nostri partner, l’intera comunità internazionale, stanno con voi”, ha aggiunto Rasmussen, mostrandosi fiducioso che “si sta avvicinando sempre di più” il giorno in cui i libici potranno “decidere del proprio futuro”.

Crimini contro l’umanità


La commissione incaricata dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu di indagare sul conflitto in Libia è “giunta alla conclusione che in Libia le forze governative hanno commesso crimini contro l’umanità e crimini di guerra”. Il Consiglio valuterà il rapporto del Consiglio lunedì. Il mese scorso, il procuratore della Corte penale internazionale dell’Aja, Luis Morena-Ocampo, aveva chiesto un mandato di arresto per Gheddafi, con l’accusa di crimini contro l’umanità.


Intanto l’ormai ex ministro del Petrolio libico, Shukri Ghanem, ha defezionato e si è unito agli insorti che combattono il regime Gheddafi. Lo ha detto Ghanem ad una conferenza stampa a Roma, dove ha dichiarato di voler lavorare per portare la democrazia nel paese, precisando che la situazione in Libia non è più sostenibile. Martedì avevano annunciato di aver defezionato altri 8 alti esponenti dell’esercito, tra cui 5 generali. Uno dei disertori aveva riferito che già 120 ufficiali, per contrasti con Gheddafi, hanno lasciato l’incarico nell’esercito di Tripoli.