Terremoto scommesse in serie B

ROMA – Un altro processo, una nuova bufera estiva che travolge il calcio italiano e squadre a rischio di forti penalizzazioni. Il pallone professionistico torna a tremare e ancora una volta l’ombra è quella del calcio scommesse: l’inchiesta partita da Cremona con 18 partite finite nella lente degli investigatori ed ex eccellenti, come Beppe Signori, addirittura in manette, riapre scenari di illecito dopo il mega scandalo di Calciopoli e mette in moto la macchina della giustizia sportiva: si attendono solo gli atti delle procure coinvolte e poi partirà l’inchiesta.


“La Federcalcio si costituirà parte civile per proteggere la regolarità dei campionati e chiedere i danni” l’annuncio del presidente Giancarlo Abete. Il terremoto coinvolge serie B e Lega Pro, anche se in molti temono un allargamento dell’inchiesta senza esclusioni di colpi: insomma al momento la massima serie viene citata per una gara, ma non ci sono elementi oggettivi per tirare in mezzo. Ma c’é preoccupazione che possa finire dentro al calderone anche la serie A.


Abete, da Zurigo dove ha seguito la rielezione alla Fifa di Blatter, si è messo in contatto con il procuratore federale Stefano Palazzi: l’obiettivo è avere quanto prima le carte per poter dare il via al procedimento che si spera possa concludersi entro luglio. Ai calendari con le ‘X’ non ci si andrà, e quanto ai playoff-playout in programma saranno disputati regolarmente, nonostante arrivino richieste come quella del Piacenza di rinviare le gare. Due, al momento, le squadre promosse in A toccate dall’inchiesta. L’Atalanta, per la gara con il Piacenza (é indagato l’attaccante Doni), e il Siena, nel match con il Sassuolo (ma non ci sono tesserati messi in mezzo): difficile disegnare il quadro dello scenario futuro, perché c’é da stabilire quanto e come sono coinvolte le due società, che comunque sono responsabili.


Nell’inchiesta non compaiono infatti dirigenti, ma solo ex giocatori o tesserati: un dato che ‘alleggerisce’ la responsabilità dei club da diretta a oggettiva. Insomma se l’illecito è stato commesso la società ne risponde, ma la sanzione non dovrebbe arrivare alla retrocessione diretta. Certo i club rischiano pesanti penalizzazioni, come perdere la promozione acquisita o punti in meno nel campionato prossimo: quindi un via di stagione nella massima serie ma con l’handicap.


“Le responsabilità sono da accertare. Se confermate, le società saranno penalizzate – spiega Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo -. In caso di penalizzazione dell’Atalanta la perdente della finale dei playoff andrebbe in Serie A”. E non dunque ripescando una retrocessa in A. Intanto tutto il mondo sportivo è sotto choc: il Coni ha già dato mandato ai legali per tutelare l’immagine dell’Ente e chiedere gli eventuali danni: anche la Lega di B e la Lega pro si sono costituite parti civili nella vicenda che aspetta ora di conoscere le prossime mosse.


“La giustizia sportiva non può usare intercettazioni o controlli bancari, i mezzi necessari per svolgere le indagini – ci tiene a precisare Abete -. Ma dopo le investigazioni delle forze di polizia dovremo provvedere per garantire la partenza dei prossimi campionati”.


Il fascicolo è già stato aperto e l’inchiesta è alle porte: intanto Abete riferità alla giunta nazionale del Coni sullo stato della vicenda, e il presidente della Figc replicherà anche nel consiglio federale. Il pallone trema ancora: sui campionati non è ancora calato del tutto il sipario e le classifiche rischiano di essere riscritte.


“Ecco i prezzi per comprare le partite”


ROMA – Secondo il gip di Cremona, Guido Salvini, dalle intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte partite di calcio truccate “emerge l’esistenza di una sorta di tariffario di massima per la compera delle partite”.


Uno degli indagati – scrive il gip – afferma al telefono che i prezzi “sono alti” e che “la B in giro la pagano 120 la C la pagano 60”. “Che si tratti di un riferimento alla corruzione appare pacifico – annota il giudice – in quanto subito dopo l’indagato afferma agli Zingari (uno dei gruppi di scommettitori ndr.) facciamo pagare il Sassuolo”, ed è “evidente che gli Zingari”, secondo il gip, “intendevano andare nell’albergo dove era ospitato il calciatore del Sassuolo Quadrini Daniele con i suoi compagni, per pagare il prezzo della loro corruzione”.


“Sia la frequenza delle manipolazioni, sia l’attitudine del gruppo ad occuparsi di tutte le serie, è indice di una spiccata capacità a delinquere del sodalizio. – scrive il gip – L’abitudine alla ‘combine’ e il poter disporre di giocatori fissi sui quali contare.


Choc in casa azzurri: “Se è così è uno schifo”


FIRENZE – “Ci mancava questa…”. Cesare Prandelli allarga le braccia, e rinvia a domani (oggi per chi legge, ndr) qualche considerazione più approfondità sullo tsunami che sta travolgendo il calcio italiano. Che però trova nella reazione di Andrea Pirlo e Alessandro Matri, due dei giocatori chiamati dal ct per l’ultimo impegno della stagione contro l’Estonia, il suo sfogo più esplicito: “E’ uno schifo”. Increduli e choccati, gli azzurri della nazionale si sono risvegliati stamattina con la notizia del nuovo scandalo scommesse. Vorrebbero non crederci, esser buttati giù da letto di nuovo e sentirsi dire che era solo un incubo. Serie B e Lega Pro, certo, ma anche e soprattutto ex giocatori come Beppe Signori, un passato anche con l’Italia. E Cristiano Doni, il vice di Buffon nel nuovo sindacato nato dalla scissione con l’Aic, anche lui ex azzurro.


“Mi spiace per Beppe, anzi mi piange il cuore – la reazione a caldo di Gigi Riva, che era già nel gruppo della nazionale come dirigente ai mondiali di Usa ‘94, l’unico disputato dall’ex bomber laziale – Ma ora aspettiamo di capire meglio, siamo solo alle prime fasi dell’inchiesta”.


Più o meno il discorso fatto all’interno del gruppo negli spogliatoi del centro tecnico federale, quando le prime voci sugli arresti disposti dalla procura di Cremona hanno raggiunto l’Italia, e i giocatori si sono ritrovati per cambiarsi e scendere in campo.


“E’ una vicenda che danneggia l’immagine di tutti i calciatori – il commento poi di Chiellini, unico degli azzurri a presentarsi alla quotidiana conferenza stampa in un giorno gonfio di imbarazzo – E’ stato un risveglio burrascoso, inutile nasconderlo. Chissà, forse spetterà a noi riscattarci come dopo Calciopoli. Ho fatto anche le serie minori, non mi è mai capitato di personaggi che mi avvicinassero per proporre strane scommesse. Né conosco colleghi che giocano, è vietato. Però io dico che al di là dei guadagni, se fai il mestiere che hai sempre sognato di fare e lo rovini così, sei uno stupido…Ora speriamo che si sgonfi un po’, però certo qualcosa di vero ci sarà”.


Nell’inchiesta e nelle intercettazioni compare anche un accenno a Brescia-Bologna, partita di serie A già chiacchierata per la sospensione delle puntate, con tanto di reazione di Malesani.


“Io di queste cose non parlo”, il dribbling del portiere rossoblù Viviano, prima ancora che dalle carte emergesse il particolare sul suo club. D’altra parte, i dubbi su giocate anomale e risultati hanno attraversato tutta la stagione del calcio italiano, diverse delle persone coinvolte sono note ai giocatori top, e l’abitudine dell’azzardo (“non quello sul calcio, è vietato”, come ricordava Chiellini) non è così rara tra gli stessi giocatori, come dimostra l’ampio uso dei loro volti come testimonial della passione da poker. Il garantismo, d’altra parte, è d’obbligo.


“Finché non si sa qualcosa di più, aspettiamo a dare giudizi: di sicuro non ci voleva, in un momento come questo”, dice il capitano azzurro, Gigi Buffon. Schiacciato tra le richieste dei pm di Napoli nel processo a Calciopoli e lo scandalo corruzione della Fifa, il nuovo scandalo scommesse è comunque una botta pesante sull’immagine dei giocatori, e questo i protagonisti lo avvertono chiaramente.


“Il particolare del calmante dato ai giocatori della Cremonese è paranoico, ha qualcosa di kafkiano”, dice il medico azzurro, professor Castellacci. Andrea Pirlo è meno diplomatico: “E’ uno schifo”. La stessa sensazione di Matri, centravanti ex Cagliari. “Non so molto, voglio capire. Ma se davvero ‘drogavano’ i giocatori per farli correre di meno, è uno schifo”. Se davvero.