Premier ridisegna il Pdl, ad Alfano pieni poteri

ROMA – Angelino Alfano sarà il nuovo segretario politico nazionale del Popolo delle Libertà, avrà la guida del partito e si dovrà per questo dimettere da ministro della Giustizia.

I tre coordinatori restano nell’organigramma del partito ed anche se i loro poteri saranno trasferiti al segretario, otterranno indietro delle deleghe settoriali, in base alle quali ciascuno avrà un’area di competenza. E’ questo l’esito dell’Ufficio di presidenza del partito, convocato da Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli per rilanciare l’immagine e le sorti della forza politica nata dalla fusione fra Fi e An ed uscita stordita dai ballottaggi.


– Alfano è giovane, è ben voluto da tutti e saprà rilanciare il Pdl – commenta infatti il Cavaliere che non ha mai fatto mistero di quanta fiducia riponesse nel Guardasigilli. Una soluzione che apparentemente mette d’accordo tutti: il giovane ministro della Giustizia che ha preteso garanzie sul futuro ruolo prima di accettare un incarico che lo costringe a dire addio a via Arenula. La Russa e gli ex An, che pur accettando di essere guidati dall’ex azzurro, mantengono una rappresentanza all’interno del coordinamento. Anche Denis Verdini, che raccontano fosse il meno contento di questa soluzione, alla fine ha accettato visto che resterà l’uomo macchina con la delega sull’organizzazione del partito.


L’analisi della soluzione diverge a seconda dell’interlocutore. C’è chi assicura che Alfano avrà pieni poteri e che ai coordinatori resteranno competenze settoriali (a La Russa la propaganda e gli eventi, a Bondi l’individuazione dei valori e della filosofia del partito e a Verdini, appunto, l’organizzazione). C’è invece chi ritiene che la permanenza del triumvirato rischi alla fine di impedire quella gestione unitaria, di fatto mantenendo una ripartizione del potere all’interno del partito oltre che le quote di ex-azzurri ed ex-aennini. Ciò nonostante le rassicurazioni di Berlusconi, secondo il quale con la decisione di ieri si mette fine al periodo del ‘70-30’. Claudio Scajola lo ha detto nel corso del suo intervento: ha salutato positivamente la decisione su Alfano, ma ha anche sottolineato come adesso si debba dar corpo ad un nuovo progetto politico. E anche altri nel partito, anche se dietro anonimato, paventano una situazione ‘’confusa’’ e di difficile gestione. Inoltre l’Ufficio di Presidenza non chiude definitivamente la partita all’interno del Pdl. Il Consiglio nazionale dovrà formalizzare la nomina, modificando lo statuto. A quel punto, come ha spiegato il Guardasigilli, ci saranno le dimissioni di Alfano che dovrà essere sostituito. Di nomi ne girano molti (da Maurizio Lupi a Elio Vito, passando per un tecnico come Nordio). Un’altra casella da riempire al più presto evitando nuove fibrillazioni, perchè se un po’ tutti, dai giovani quarantenni alla vecchia guardia di Fi e persino gli ex-aennini hanno sostenuto Alfano, in tanti continuano a pensare che la sua nomina potrebbe non bastare.