2 giugno, Napolitano: “L’Italia merita fiducia”

ROMA – Con gli onori al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, da parte di uno squadrone di corazzieri a cavallo e dalle Frecce Tricolori su via dei Fori Imperiali, si è conclusa la parata militare della Festa della Repubblica alla quale hanno assistito capi di Stato e delegazioni straniere. Napolitano, con il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il capo di stato maggiore della Difesa, Biagio Abrate, ha lasciato il palco delle autorità a bordo della Flaminia scoperta tra gli applausi della folla.


Tema della parata: “Il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia” e non a caso lo sfilamento è stato aperto da 5 bandiere italiane che rappresentano l’evoluzione del vessillo attraverso un cammino di 214 anni e dal Tricolore di Oliosi. Dopo i gonfaloni delle città di Torino, Firenze e Roma, le tre capitali d’Italia, la banda dell’Arma dei Carabinieri ha aperto la “rivista militare”. Poi la sfilata lungo i Fori Imperiali (5.239 militari e 460 civili), oltre a 161 bandiere e medaglieri, 216 tra cani e cavalli, 196 mezzi e 9 velivoli.
E’ “un’immagine viva e dinamica del Paese”, nelle parole del capo dello Stato, quella offerta dalla parata: “Nell’anno in cui celebriamo il 150esimo dell’unità d’Italia, la speciale caratterizzazione storico-rievocativa conferita all’evento” ha presentato “un’immagine viva e dinamica del Paese, della sua storia passata e recente e del ruolo rilevante che svolge nell’ambito della comunità e delle organizzazioni internazionali”, ha scritto in una lettera al ministro La Russa.


Tra rigide misure di sicurezza, alla parata hanno assistito il premier Silvio Berlusconi, i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, ministri – anche il titolare dell’Interno, il leghista Roberto Maroni -, rappresentanti della politica e delle istituzioni.
Presenti tanti capi di stato e di governo stranieri: dal presidente russo Dmitry Medvedev al presidente afghano Hamid Karzai, dal vicepresidente Usa Joe Biden ai presidenti israeliano e dell’Autorità palestinese, Shimon Peres e Abu Mazen.


Dopo la parata, chiusa dal passaggio delle Frecce tricolori, Berlusconi si è recato a Villa Doria Pamphili, dove ha avuto un bilaterale con Medvedev, poi una colazione di lavoro a tre con Biden. Poi un faccia a faccia con il vicepresidente Usa, colloqui con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e Karzai.
In piedi di fronte ai leader del mondo, Napolitano promette: l’Italia non tradirà mai la fiducia che gli altri pongono in lei, farà la sua parte per la causa della pace e della democrazia, per contribuire ad un equo sviluppo economico. E questo nonostante le difficoltà, contingenti e strutturali, della nazione. Queste non mancano, non sono nascoste da alcuno, ma la storia democratica degli ultimi anni fa capire che l’Italia merita fiducia, e che la comunità internazionale è pronta a concedergliela.

DALL’ESTERO

I leader del mondo a Roma

ROMA – Sono 79 le delegazioni straniere che hanno celebrato la Festa della Repubblica e il 150° anniversario dell’Unità d’Italia ai Fori Imperiali. Tra di loro un re, Juan Carlos di Spagna, seduto a poca distanza dal presidente Napolitano, 29 presidenti e 2 vicepresidenti. I principali partner europei e mondiali dell’Italia hanno inviato per l’occasione rappresentanti al più alto livello: gli Stati Uniti il vicepresidente Joe Biden; la Federazione russa con il presidente Dmitri Medvedev, la Repubblica popolare cinese con il vicepresidente Xi Jin Ping.

Tra gli europei i presidenti tedesco Christian Wulf, austriaco Heinz Fischer, finlandese Tarja Halonen, irlandese Mary McAleese e svizzera Micheline Calmy-Rey. La Francia ha inviato il presidente del Senato Gerard Larcher, il Belgio il primo ministro Jves Leterme, Gran Bretagna, Olanda e Svezia sono rappresentate dai ministri degli Esteri. Nutrita anche la presenza dei paesi dell’Europa dell’Est e dei Balcani, del Sud del Mediterraneo e del Medio Oriente. C’è il presidente israeliano Shimon Peres e il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas. In prima fila anche il presidente afghano Hamedi Karzai, l’argentina Cristina Kirchner.

Ci sono anche i rappresentanti delle maggiori organizzazioni internazionali, tra i quali il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, il presidente del Consiglio dell’Ue Herman Van Rompuy, il segretario generale della Lega Araba Amr Moussa. La presenza a Roma di un così alto e qualificato numero di rappresentanti stranieri è occasione per una serie di colloqui e vertici ai massimi livelli.

Ricevendo Joe Biden, Napolitano ha detto che la festa della Repubblica “non sarebbe stata concepibile senza la partecipazione di rappresentanti Usa”. “Se c’era un Paese della cui presenza non avremmo potuto fare a meno alle nostre celebrazioni erano proprio gli Stati Uniti, così legati alla storia dei movimenti unitari e a quella della rinascita democratica dell’Italia dopo il fascismo».

BANDIERE


Flash mob contro la guerra


ROMA – Nel giorno della festa della Repubblica la Federazione della Sinistra ha esposto dalla Loggia Giulio II di Castel Sant’Angelo e poi su Ponte Vittorio Emanuele II un’enorme bandiera della pace di 5 metri per 10. Ad organizzare l’iniziativa gli attivisti del collettivo Pace e Solidarietà del Prc che prima hanno esposto parzialmente la bandiera da Castel Sant’Angelo, poi, dopo l’intervento delle forze dell’ordine, si sono spostati su Ponte Vittorio Emanuele II dove l’hanno srotolata completamente.

IL CASO


Via manifesti inneggianti Repubblica Salò


ROMA – «L’unica Repubblica è quella sociale» è questo il testo di alcuni manifesti apparsi su alcuni muri di Roma.


Nei giorni scorsi, in distinte operazioni, la Digos della Questura di Roma aveva già sequestrato circa 2000 manifesti, con lo stesso testo e il portavoce del sindaco Alemanno, Simone Turbolente, ha dichiarato che squadre dell’Ama hanno provveduto a rimuovere tutti i cartelloni.