I dubbi di Bossi: fase 2 e guarda a Tremonti

ROMA – Nella sede della Lega Nord in via Bellerio tutto tace: nessun commento, nessuna dichiarazione. Dopo la batosta elettorale e la conseguente ‘svolta’ nel Pdl con la designazione del ministro Angelino Alfano a segretario politico, il Carroccio sceglie la strategia del silenzio e studia le mosse per la ‘fase due’ della legislatura. I vertici ‘lumbard’ puntano al proprio rilancio e a quello dell’esecutivo: una operazione che l’esito del voto alle amministrative rende piu’ che mai necessaria per invertire la tendenza negativa delle urne.

Umberto Bossi si trova cosi’ a doversi muovere in uno spazio ridotto: da un lato c’e’ un alleato sospettoso di improvvisi ‘voltafaccia’, Silvio Berlusconi; dall’altro c’e’ la base del movimento che chiede ‘’una svolta vera’’. Sullo sfondo restano quelle riforme economiche e fiscali, sempre promesse ma lontane dal realizzarsi. I militanti spingono per un intervento di alleggerimento della pressione fiscale e chiamano in causa il ministro Giulio Tremonti. Le attese per una diminuzione delle tasse erano alte, soprattutto tra i piccoli imprenditori che alle amministrative hanno voluto dare un chiaro segnale al governo ed alla Lega.

Anche i parlamentari ‘padani’ chiedono un maggiore coinvolgimento del responsabile dell’Economia nell’azione di governo: ‘’Non basta fare tagli – e’ il ragionamento espresso in numerosi colloqui – il ministro deve fare scelte politiche, decidere cosa tagliare e su cos’altro investire’’. Un rimprovero che allo stesso tempo viene letto come un incoraggiamento a scendere in campo, magari con l’idea di un avvicendamento con Berlusconi alla guida dell’esecutivo di matrice piu’ tecnica. Della riforma del fisco Bossi ne ha parlato lunedi’ con Tremonti a margine del Consiglio dei ministri. Anche Berlusconi ha fatto pressing sul Tesoro in tal senso, temendo che Tremonti possa prendere ancora tempo. Il premier vede con sospetto l’attendismo di Bossi. Il senatur lunedi’ a chi gli chiedeva se il ministero delle Finanze ‘’mettera’ i soldi’’ per la riforma fiscale ha risposto: ‘’Dipende dalla riforma’’. E anche questo e’ apparso un modo per non prendere posizione. Sul tema interviene il governatore del Veneto, Luca Zaia. Chiede la riforma del fisco, ‘’soluzioni per riconquistare elettorato e imprenditori del Nordest’’. Ma difende Tremonti: ‘’non fosse per lui – dice – staremmo peggio della Grecia. La riduzione delle tasse ce l’ha in testa, ne parla spesso..’’. I rapporti tra Pdl e Lega sono delicati. Il Carroccio, per evitare di buttare benzina sul fuoco, ha cosi’ preferito non commentare la decisione della Nato di prolungare di tre mesi la missione in Libia alla quale si era opposta. La ‘fase due’ della Lega dovra’ includere un intervento in materia fiscale. E una soluzione deve essere trovata in tempo per il raduno di Pontida in programma il 19 giugno. All’interno del Carroccio da piu’ parti si evoca un ‘’ritorno alla Lega delle origini’’.

‘’Ci siamo ‘romanizzati’ – spiegano alcuni parlamentari – ma bisogna finirla anche con questi toni populisti. Dobbiamo lavorare ed ascoltare la gente’’. I ‘lumbard’ sembrano oltretutto pronti ad assecondare la propria base sulla volonta’ di appoggiare i referendum su acqua e nucleare. La scorsa settimana Bossi ha aperto su quello contro la liberalizzazione dei servizi idrici giudicandolo ‘’attraente’’; i governatori Luca Zaia e Roberto Cota hanno sempre espresso il loro ‘no’ alle centrali nucleari. La Lega si trova cosi’ a dover sciogliere il dilemma del partito di governo e movimento di protesta. Ma stavolta e’ proprio la base ‘padana’ a chiedere chiarezza.