Tesoro Usa esce da Chrysler: 6% a Fiat per 500 Mln

DETROIT – Fiat e il Tesoro americano raggiungono un accordo sul prezzo per esercitare l’opzione Di acquisto del 6% ancora nelle mani di Washington da parte del lingotto in Chrysler: 500 milioni di dollari che valgono lo scioglimento dei legami con gli Stati Uniti.


– Il Tesoro esce dalla compagine azionaria di Chrysler ma questo – afferma l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler – non attenua il senso gratitudine che proviamo verso l’amministrazione Obama per aver creduto, due anni fa, nella partnership con Fiat.


Con l’esercizio dell’opzione del 6% Fiat sale al 52% Di Chrysler. Vivace la reazione del titolo Fiat che alla chiusura di Piazza Affari ha segna un forte rialzo, +3,59%, in una giornata di cautela per il listino (Ftse-Mib +0,53%). Bene anche Fiat Industrial (+1,44%), e l’azionista Exor (+1,44%).


– L’operazione di oggi non permette solo alla Fiat di rafforzare la propria posizione in Chrysler, ma accelera anche il nostro progetto di integrazione – mette in evidenza Marchionne – mirato a creare un costruttore globale, efficiente e competitivo.


– Con l’uscita dall’investimento in Chrysler è chiaro che la decisione del presidente Barack Obama di sostenere la società era giusta – osserva il segretario al tesoro americano, Timothy Geithner, precisando che quella di Chrysler è stata una delle ”svolte più difficili”, la casa automobilistica sta ora ”creando posti di lavoro ed effettuando investimenti”.


Obama visiterà nelle prossime ore l’impianto Chrysler di Toledo, in quella che è la sua terza visita in uno stabilimento Chrysler da quando è stata salvata. Soddisfatto dell’operazione anche il presidente di Fiat, John Elkann. In base all’accordo raggiunto ”il Dipartimento del Tesoro ha accettato di cedere a Fiat, per un corrispettivo di 75 milioni di dollari, tutti i diritti che gli spettano in forza dell’Equity Recapture Agreement concluso tra il Dipartimento del Tesoro e VEBA il 10 giugno 2009. L’Equity Recapture Agreement attribuisce a chi sia titolare dei diritti in esso previsti (”holder”) i benefici economici legati alla partecipazione in Chrysler di VEBA che eccedano una certa soglia (pari a 4,25 miliardi di dollari USA oltre ad un intesse annuo del 9 per cento decorrente dal 1 gennaio 2010)” – precisa una nota – ”entrambe le operazioni saranno completate dopo l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle autorita’ competenti”


Obama a Toledo


– Chrysler ha restituito agli Stati Uniti fino all’ultimo centesimo. A breve sarà al 100% in mani private. Non potrei essere più orgoglioso di quello che avete fatto. L’industria dell’auto è tornata: tutte e tre le case di Detroit creano ora occupazione ai ritmi più veloci dal 1990 – Il presidente Barack Obama arriva a Toledo, in Ohio, nell’impianto Chrysler, in maniche di camicia stringe le mani agli operai che lo ringraziano per aver salvato il loro posto di lavoro e la casa automobilistica. Sergio Marchionne, seduto in prima fila, ascolta il presidente, con il quale si è intrattenuto per un breve colloquio, dopo aver portato a casa, con anni di anticipo, il rimborso dei prestiti ai governi americano e canadese e l’accordo con il Tesoro per l’esercizio dell’opzione di acquisto del 6% per 500 milioni di dollari, con la quale Fiat diventa il maggiore azionista di Chrysler con il 52% e il Dipartimento guidato da Timothy Geithner esce dalla compagine azionaria. Fiat potrebbe salire di un ulteriore 5% entro l’anno se, come previsto, realizzerà nel quarto trimestre il terzo parametro previsto dal contratto siglato nel 2009. Del risultato dell’accordo Marchionne e’ ”contento”: Chrysler è ”finalmente indipendente”.


– Ma, come tutte le volte che si compra qualcosa, non si è contenti di quello che si paga.


L’accordo dà una valutazione complessiva di Chrysler di circa 8 miliardi di dollari, stima Marchionne precisando: ”non vedo benefici da un’ipo nel 2011”, il ritorno in Borsa di Chrysler non avverrà prima del 2012.


– E’ meglio attendere i risultati trimestrali dell’intero 2011 e un mercato migliore – aggiunge Marchionne. A chi gli chiedeva se un’ipo fosse necessaria anche se Chrysler riuscisse prima ad acquistare le quote del Veba e del Canada, Marchionne ha detto:


– La risposta tecnica è no. Fiat ha le risorse per acquistare la quota del Veba, ma non sta trattando.


Il Veba – secondo indiscrezioni – potrebbe non uscire rapidamente da Chrysler, cercando di monetizzare al massimo la propria partecipazione nella società. Marchionne sta trattando anche con il Canada per acquistare l’1,7% in suo possesso.


– Sono interessati.


Il prezzo potrebbe essere stabilito in base all’accordo raggiunto con il Tesoro americano. Marchionne sta accelerando sull’unione di Fiat e Chrysler e sta definendo una squadra di 25 persone per la supervisione e gestione delle due società come unica entità. L’annuncio della squadra potrebbe arrivare in dicembre. Obama difende a spada tratta il salvataggio di Detroit, che ha evitato una ”caduta libera dell’economia”, che con la crisi ”ha perso 8 milioni di posti di lavoro”. La ripresa ora è lenta: ”ci vuole del tempo per guarire e sulla strada della ripresa ci sono degli ostacoli”, fra i quali il terremoto in Giappone e le agitazioni in Nord Africa. Obama non entra nel dettaglio dei dati della disoccupazione americana in maggio, che lasciano intravedere una possibile recessione, nè nell’avvertimento di Moody’s sul rating se non si agirà sul debito.