Marchionne: «Fiat resta a Torino ma l’Italia cambi»

VENEZIA – La Fiat ha offerto 125 milioni di dollari per la quota, pari all’1,7%, detenuta dal governo canadese in Chrysler. Lo ha detto Sergio Marchionne, a margine del workshop del Consiglio per le Relazioni Italia-Stati Uniti. Se sarà raggiunto un accordo con il fondo Veba non sarà necessaria l’Ipo di Chrysler. Lo ha ribadito Sergio Marchionne parlando con i giornalisti


– Non abbiamo nessuna intenzione di spostare il quartiere generale del gruppo da Torino a Detroit – ha anche assicurato l’amministratore delegato della Fiat. Per quanto riguarda la sede legale del gruppo, Marchionne ha poi precisato:


– Non è cambiato niente, il problema non è sulla mia scrivania


Non un turnaround, ma «un’inversione di tendenza». Così l’ad della Fiat, Sergio Marchionne ha commentato il ritorno del mercato italiano a un segno positivo a maggio dopo tredici mesi consecutivi negativi.


– Il mercato non è sano – ha osservato – c’é una svolta tecnica.


Poi ha aggiunto critico:


– Quanto è avvenuto negli Usa deve essere letto in Italia in modo positivo. Se è possibile farlo là è possibile farlo anche qui. Deve cambiare però l’atteggiamento. Ieri la gente ringraziava per quello che è stato fatto, invece di insultare


Il manager del Lingotto è arrivato a Venezia dagli Usa, dove ieri ha incontrato il presidente Barack Obama.


– Sono un po’ stanco, ma ieri è stata una bella giornata – ha detto ai giornalisti che lo aspettavano nell’isola di San Clemente.


Marchionne ha anche informato che in Russia la Fiat ha fatto «una proposta industriale di investimento di 1,1 miliardi, non abbiamo chiesto nulla a nessuno».


Alla domanda se il piano sia stato ridimensionato, Marchionne ha detto:


– Lo abbiamo fatto alla luce dei cambiamenti del mercato russo. Abbiamo la possibilità di entrare con un investimento più basso perché le aspettative sono più basse. Mi sembra positivo partire con la produzione di 120.000 vetture iniziali con la possibilità di allargarci.