Premier e Bossi cercano l’intesa ma la Lega detta le condizioni

ROMA – Per la maggioranza è arrivato il momento del tagliando. Pdl e Lega devono stabilire come proseguire nei prossimi due anni di legislatura e soprattutto, al di là dei proclami, riempire di contenuti quegli slogan su riforme e rilancio dell’economia pronunciati all’indomani della ‘’sberla’’ ricevuta in pieno volto alle amministrative. Silvio Berlusconi e Umberto Bossi ne parleranno oggi nel primo vertice in programma ad Arcore dopo la tornata elettorale.

Il Cavaliere, spiega chi lo ha sentito in questi giorni, intende capire le reali intenzioni dell’alleato. Il senatur, invece, perplesso sul fatto che la tanto attesa ‘’svolta’’ si traduca esclusivamente nella nomina di Angelino Alfano a segretario politico del Pdl, tornerà alla carica per un cambiamento dell’assetto dell’esecutivo. L’addio di Alfano alla Giustizia, infatti, libererà un posto nel governo.

Dato per difficile l’arrivo di un ‘lumbard’ al dicastero di via Arenula, la Lega immagina comunque un ampio rimpasto. In particolare, spera di avere più spazio di manovra sugli aspetti di natura economica.
Oggi, in ogni caso, Berlusconi e Bossi dovranno discuterne con Giulio Tremonti. Il responsabile dell’Economia, in particolare, dovrà dare delle risposte ai due leader di partito e chiarire se e come è possibile realizzare quella riforma del fisco su cui Popolo della Libertà e Carroccio vogliono scommettere in vista delle elezioni politiche del 2013. Il pressing dei berlusconiani su Tremonti è serrato ma anche il Carroccio inizia ad avere un atteggiamento duro nei suoi confronti. I ‘lumbard’ si attendono un impegno ‘’maggiormente politico’’ del ministro delle Finanze e la garanzia della copertura economica del federalismo fiscale.

Il Cavaliere più volte ha confermato la propria fiducia nei confronti del ministro ma guarda con irritazione l’attendismo di via XX settembre sulla svolta fiscale. La ‘quadra’, come ama definirla il senatur, però appare difficile da trovare. Le risorse sono esigue ma senza un cambio di passo l’esecutivo appare destinato ad impantanarsi. Proprio per questo nella riunione di oggi – alla quale parteciperanno anche i ministri Calderoli e Maroni per la Lega, ed Angelino Alfano per il Pdl – si discuterà anche di assetti di maggioranza. La tenuta dell’esecutivo è propedeutica a qualsiasi ipotesi di ‘’rinnovamento’’. A parte i ‘Responsabili’, sui quali il Cavaliere garantisce in prima persona, resta da affrontare la questione delle aperture al centro.
L’ascesa di Alfano è ben vista dai ‘lumbard’, che stimano l’attuale Guardasigilli. In una intervista concessa alla Padania, il ministro ha sottolineato la saldezza dell’asse Pdl-Lega, riconoscendo la fedeltà dell’alleato e confermando l’intenzione di completare la riforma federale. Ha poi risposto a Claudio Scajola, escludendo lo scioglimento del partito ma garantendo che ‘’l’orizzonte è una unificazione coi moderati’’.

Lo sguardo del ‘pupillo’ di Berlusconi si rivolge all’Udc e a chi, come Adolfo Urso e Andrea Ronchi, appare deluso dall’esperienza in Fli. Da Casini non giungono segnali distensivi; i due finiani, invece, sembrano pronti quantomeno ad aprire un canale di dialogo. L’incontro di oggi servirà a dipanare tutte le variabili. Entro fine giugno, infatti, la maggioranza dovrà superare prima lo scoglio del referendum e poi la verifica in Parlamento. Nel mezzo c’è anche il raduno della Lega a Pontida. Insomma, è il momento di stilare una ‘road map’ che presenta però un bivio: imboccare la strada della riforma fiscale o rischiare di rimanere bloccati nelle sabbie dell’immobilismo legislativo.