Bersani chiama i moderati, dubbi del terzo polo sul programma

ROMA – L’alleanza tra centrosinistra e Terzo Polo l’hanno già fatta gli elettori alle amministrative; e poi a condurre all’intesa saranno le sfide che dovrà affrontare l’Italia del dopo Berlusconi, come il risanamento e il rilancio dell’economia, che imporranno una ‘’alleanza costituzionale’’. E’ questo il ragionamento fatto da Pier Luigi Bersani in una intervista al Corriere della Sera, che ha suscitato un po’ di malumore negli alleati di centrosinistra, cioè Idv e Sel, e dubbi nel Terzo Polo sulla possibilità di un programma comune. Cosa su cui, invece, il segretario Pd scommette, come spiegherà oggi alla Direzione del partito. Il voto delle amministrative, ha detto nell’intervista Bersani, è ‘’il segno di una riscossa civica’’, e dimostra come ‘’gli elettorati di sinistra e centristi si siano già ampiamente mescolati nei ballottaggi’’. Non c’è solo Macerata, ha osservato Bersani ieri con i suoi, dove c’è stato un appoggio ufficiale al candidato Udc; c’è anche Milano dove gli elettori del Terzo Polo hanno votato al secondo turno Pisapia. E poi ‘’ci sono scelte micidiali’’ da fare.
– Nelle carte di Tremonti – dice Bersani – c’è scritto che dobbiamo arrivare al 2014 con una base di spesa pubblica di 40 miliardi in meno, forse 50. E’ irrealistico, non lo possiamo fare, sennò andiamo in recessione sparati. La via è un altra: facciamo un pacchetto di riforme strutturali – fisco, lavoro, liberalizzazioni, pubblica amministrazione – e impostiamo tagli più graduali da trattare con Bruxelles.


Ma per presentarsi dai partner europei con queste richieste serve una coalizione ampia, ‘’costituzionale’’, che assicuri la tenuta.


L’apertura ai moderati ha infastidito gli alleati del centrosinistra: Felice Belisario, capogruppo Idv al Senato, ha osservato che ‘’l’alternativa al governo Berlusconi c’è gia’’’, ed è ‘’una alleanza chiara e unita, partendo da Pd-Idv-Sel, come gli elettori hanno dimostrato di gradire gia’ nelle grandi citta’’’. Poi si tratta con il Terzo Polo, e non viceversa. Sel, poi, non ha gradito che le primarie siano definite solo come ‘’strada preferita’’. Dal Terzo Polo si conviene sulla difficoltà delle sfide che il Paese dovrà affrontare, ma si nutrono dubbi che sia possibile un programma comune.
Rocco Buttiglione fa l’elenco delle questioni su cui ci sono ricette diverse: energia, liberalizzazione delle municipalizzate, mercato del lavoro, pensioni e fisco.
– Ci sta la sinistra radicale – domanda il presidente dell’Udc – ad abbandonare il ‘tassa e spendi’? Per non parlare dei valori non negoziabili.


Benedetto Della Vedova, capogruppo Fli alla Camera, definisce ‘’importante’’ e ‘’da approfondire’’ l’intervista di Bersani, ma gli chiede ‘’quale direzione vuol intraprendere il PD, se proseguire il cammino della sinistra riformatrice o ripiegare su posizioni ideologiche di retroguardia’’ come quelle dei referendum.
Più tranchant Adolfo Urso:
– Non si governa con un’armata Brancaleone, troppo diversi programmi e obietttivi.


Bersani, ai dirigenti Pd che lo hanno chiamato in vista di oggi ha detto di essere ottimista sui problemi sollevati dal Terzo Polo.
– Abbiamo già dimostrato con il primo governo Prodi – ha fatto notare – che siamo capaci di tenere insieme il risanamento dei conti pubblici e la crescita. Facemmo la più grande manovra finanziaria ma facendo crescere il Pil come non si è più ripetuto, e così non sfiancammo il Paese portandolo invece al traguardo dell’Euro in buona salute.
Insomma, mostra certezze, il Terzo Polo si convincerà.