Il referendun in televisione: Tg1 sbaglia le date

ROMA – Ad una settimana dal voto, resta alta la tensione sui referendum. L’attenzione e’ tutta rivolta al raggiungimento del quorum necessario per la validità della consultazione popolare. E proprio per questo si accende la polemica sul ruolo informativo svolto da televisioni e giornali. Mentre da parte dell’opposizione, ma anche di molti esponenti della società civile, si moltiplicano gli appelli per andare alle urne, i telegiornali di Rai 1, Rai 2 e Rete 4 finiscono sotto accusa.

L’ammiraglia della tv di Stato viene ‘accusata’ sul web di aver sbagliato la data del voto: nei titoli dell’edizione serale ha annunciato che le urne saranno aperte il 13 e 14 giugno. Un errore evidente, in quanto i giorni per votare sono il 12 e 13 giugno. Ma che fa gridare allo scandalo chi pensa ad un errore ‘pilotato’ dalla malafede. Roberto Zaccaria, deputato Pd ed ex presidente della Rai, accusa invece Tg2 e Tg4 di aver ignorato i temi referendari nelle loro edizioni serali.
– Solo i tg – spiega – possono raggiungere i 25 milioni di persone che determinano il quorum.

Anche l’Idv protesta.
– Acqua, nucleare e uguaglianza di fronte alla legge sono principi che non hanno colore politico e sui quali i cittadini hanno diritto di esprimersi, senza giochi di prestigio che scippino loro un sacro principio democratico – tuona il capogruppo al Senato, Felice Belisario. Dalla maggioranza arriva, invece, un appello a non strumentalizzare i temi della consultazione referendaria per colpire il governo.

Anna Maria Bernini, portavoce vicario del Pdl, punta il dito contro ‘’le opposizioni politiche che per calcolo miope e antistorico vogliono alterarne la natura e svilirne lo spirito costituzionale’’. Gli fa eco Gianfranco Miccichè che invita a non ‘’politicizzare’’ i referendum. Intanto, c’e’ attesa per la pronuncia della Corte Costituzionale, prevista domani, in merito all’accoglimento del quesito sulla costruzione di centrali nucleari in Italia.


Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, si dice fiducioso nel lavoro della Consulta e sostiene:
– L’accanimento del governo sul nucleare si spiega solo con gli enormi interessi economici che ruotano intorno all’affare atomico che vale oltre 30 miliardi di euro.ç
Nel Pdl, si leva la voce di Osvaldo Napoli. Per il vicepresidente dei deputati pidiellini ‘’l’unica lobby, infiltrata da potenti interessi mafiosi, è quella delle pale eoliche e delle energie alternative’’. Un forte invito ad andare a votare arriva da Walter Veltroni.
– Prima di tutto andare a votare per i referendum il 12 e 13 giugno. Poi votare quattro volte sì -, scrive l’ex segretario del Pd sul suo profilo Facebook. L’obiettivo di chi ‘sponsorizza’ i referendum è portare il maggior numero possibile di persone a votare.


Il timore è infatti che non si raggiunga il quorum e che le consultazioni vengano così invalidate. Proprio per questo in tutta Italia si registrano iniziative per incentivare la gente a partecipare al voto. La più originale arriva da Napoli ed è dei Verdi: sconti e omaggi da numerosi esercenti per chi, portando la tessera elettorale timbrata, dimostrerà di aver votato ai referendum.

SANZIONI?

Referendum: ultimatum dell’Agcom, Rai si attiva

ROMA – La Rai dovrà assicurare da oggi in poi spazi adeguati ai temi dei referendum del 12 e 13 giugno: dopo il richiamo di due giorni fa, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni lancia una sorta di ultimatum alla tv pubblica, la cui programmazione è risultata ancora una volta «non idonea», minacciando – in caso di inottemperanza – di adottare sanzioni nella nuova riunione già convocata per martedì.

La Rai si attiva subito, riprogrammando messaggi autogestiti e tribune. Intanto le opposizioni si mobilitano: il comitato composto da parlamentari e associazioni come Articolo 21 e Libertà e Giustizia da ieri presidia Viale Mazzini e domani organizzerà un sit in davanti alla sede dell’Agcom. L’ordine conformativò adottato in mattinata dall’organismo di garanzia prevede, in particolare, la messa in onda dei messaggi autogestiti e delle tribune su tutte le tre reti generaliste inseriti, a rotazione, nella fascia di maggior ascolto e una rilevante presenza dei temi dei referendum nei tg e negli approfondimenti di maggior ascolto di tutte e tre le reti. L’Autorità si dice pronta ad applicare le sanzioni economiche previste dalla legge se il monitoraggio dovesse confermare le inadempienze di Viale Mazzini, come sottolinea anche il relatore del provvedimento, il commissario Michele Lauria.

L’Agcom, comunque, rivolge anche alle tv private «l’invito ad assicurare la più ampia informazione sui referendum» e sollecita i Corecom ad attivarsi per le trasmissione dei messaggi autogestiti sulle emittenti locali. La risposta di Viale Mazzini arriva nel tardo pomeriggio di ieri, con la nuova pianificazione di messaggi (domani su Rai2 alle 19.15 e su Rai3 alle 18.40 e domenica su Rai1 alle 18.35 e su Rai3 alle 20.00) e tribune (lunedì su Rai1 alle 14.10 e mercoledì, sempre su Rai1, alle 18.25) e la conferma di tutti gli altri spazi già previsti. Le opposizioni, comunque, non allentano il pressing. «Il nostro è un urlo disperato – dice il senatore Pd Vincenzo Vita, componente della Vigilanza – perché mai come in un referendum il tempo corre veloce. Ora, in attesa che l’Agcom prenda i suoi provvedimenti, protestiamo contro gli orari inadeguati dell’informazione sul referendum. C’é ancora la possibilità di recuperare, con trasmissioni messe però in orari strategici». Vita si rivolge anche al vertice Rai:
– Sappiamo che nella prossima settimana ci sarà un cda molto probabilmente dedicato alle nomine: perché invece non lo fanno parlando del problema dei referendum?
Per Stefano Pedica (Idv), siamo di fronte al «silenzio assordante» dei media sui referendum, silenzio che «in questo caso è un messaggio mafioso». Puntuale, il deputato del Pd Roberto Zaccaria diffonde i dati del Gruppo di ascolto sul pluralismo.

– Dalla nostra rilevazione sui telegiornali nazionali di ieri nelle edizioni del giorno e prime time (Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5 e La7) emerge – accusa l’ex presidente Rai – come l’informazione sul referendum da parte dei telegiornali sia ‘a macchia di leopardo’.

I testi dei quattro quesiti

ROMA – Sono quattro i quesiti oggetto del referendum del 12 e 13 giugno: due sull’ acqua, uno sul ritorno al nucleare e l’ultimo sul legittimo impedimento a comparire in aula di giustizia per chi è impegnato in attività di governo.


ACQUA – Uno è sulla cosiddetta ‘privatizzazione’, l’altro sui ‘profitti’ legati alla commercializzazione della risorsa. Nel primo quesito, come hanno spiegato i promotori del referendum, si chiede in sostanza l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Il secondo quesito propone «l’abrogazione dell’art.154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ «adeguatezza della remunerazione del capitale investito»


NUCLEARE – Il quesito recita così: «Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del dl 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?». Il titolo del quesito, riformulato dalla Cassazione alla luce delle norme introdotte col decreto ‘omnibus’, sarà: «Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare».


LEGITTIMO IMPEDIMENTO – Ecco il quesito: «Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante ‘Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza’?». La norma introduce la possibilità per chi è impegnato in attività di governo di non comparire nelle aule di giustizia.