Italiani sempre più violenti e aggressivi

ROMA – Italiani sempre più aggressivi. La conferma arriva da un’indagine realizzata dal Censis, che denuncia un balzo in avanti di minacce e ingiurie negli ultimi 5 anni di ben il 35,3%. Stesso trend di crescita per le lesioni e le percosse, che registrano un +26,5%. E se da un lato l’aggressività incalza, mostra l’indagine presentata a Roma, dall’altro si registra un vero e proprio boom di antidepressivi, con consumi raddoppiati in dieci anni nella penisola (+114,2%).


La dimensione più distruttiva delle pulsioni, spiega il Censis, si riscontra nel progressivo crescere delle forme di depressione. Il consumo di antidepressivi è emblematico: le dosi giornaliere sono più che raddoppiate dal 2001 al 2009, passando da 16,2 a 34,7 per 1.000 abitanti.


Per comprendere il disagio che sta vivendo la società italiana, il Censis ha avanzato un’interpretazione antropologica, sottolineando il peso di fenomeni complessi e trasversali che non si lasciano interpretare attraverso i consueti schemi dell’analisi sociale ed economica: la crisi dell’autorità, il declino del desiderio, la riduzione del controllo sulle pulsioni.


«Siamo una società in cui sono sempre più deboli i riferimenti valoriali e gli ideali comuni, in cui è più fragile la consistenza dei legami e delle relazioni sociali», si legge nel rapporto Censis.


«In questa indeterminatezza diffusa, crescono comportamenti spiegabili come l’effetto di una pervasiva sregolazione delle pulsioni, risultato della perdita di molti dei riferimenti normativi che fanno da guida ai comportamenti», secondo il Censis. E’ diffuso il sentimento autoreferenziale per cui ognuno è l’arbitro unico dei propri comportamenti: è questa l’opinione dell’85,5% degli italiani. Inoltre, si ritiene che le regole possano essere aggirate in molte situazioni. Nel divertimento è ammessa la trasgressione soprattutto dai più giovani (il 44,8%). Si crede che, quando è necessario, bisogna difendersi da sé anche con le cattive maniere (il 48,6%, quota che sale al 61,3% tra i residenti nelle grandi città). Per raggiungere i propri fini bisogna accettare i compromessi secondo il 46,4%. Si può essere buoni cattolici anche senza tener conto della morale della Chiesa in materia di sessualità per il 63,5% (dato che sfiora l’80% tra i più giovani).


Dall’indagine emerge anche che Facebook ammalia gli italiani, tra i maggiori frequentatori di social network. E i numeri la dicono lunga: dal settembre 2008 al marzo 2011 gli utenti della ‘creatura’ di Mark Zuckerberg sono passati da 1,3 milioni a 19,2 milioni.


«Ogni utente – racconta il Censis – trascorre su Facebook mediamente 55 minuti al giorno, è membro di 13 gruppi, e ogni mese posta 24 commenti, invia 8 richieste di amicizia, diventa fan di 4 pagine e riceve 3 inviti ad eventi».