“Annozero” fuori dal palinsesto Rai Santoro potrebbe passare a La7

ROMA – Finisce il rapporto di lavoro tra Michele Santoro e la Rai. ‘Annozero’ non è nel palinsesto autunnale definitivo di Raidue che il dg Lorenza Lei e il vicedg Antonio Marano hanno presentato al Cda. E’ stata però annullata la conferenza stampa inizialmente fissata per domani mattina. Infatti dopo l’accordo che porterà all’uscita del giornalista dall’azienda, viale Mazzini non voleva che il conduttore di Annozero tenesse la sua conferenza nei locali della Rai, tanto più insieme al direttore di Raidue Massimo Liofredi, che si preparava probabilmente a esaltare il bilancio di una stagione record per il programma. Santoro a questo punto sarebbe in cerca di una location alternativa in cui tenere una conferenza stampa ‘indipendente’ nel pomeriggio di domani.


Il conduttore, potrebbe passare a La7. Starebbe trattando con la rete di Telecom Italia una prima serata e due seconde serate. La Rai, tra l’altro, non avrebbe chiesto nessun patto di non concorrenza per due anni al giornalista. Da ‘Annozero’ ad ‘Announo’. Finora solo ipotesi, qualche certezza arriverà dalla conferenza stampa.


In una nota di Viale Mazzini si legge che la Rai e Santoro hanno ‘’convenuto di risolvere il rapporto di lavoro’’ e hanno ‘’inteso definire transattivamente il complesso contenzioso – da troppo tempo pendente – altrimenti demandato alla sede giudiziaria’’.


‘’Si è ritenuto infatti – prosegue la nota – di far cessare gli effetti della sentenza del Tribunale di Roma, confermata in appello, in materia di modalità di impiego di Michele Santoro, recuperando così la piena reciproca autonomia decisionale. A tal fine le Parti – conclude la nota – hanno altresì convenuto di risolvere il rapporto di lavoro, riservandosi di valutare in futuro altre e diverse forme di collaborazione’’.


Ieri, nel corso della presentazione del Tg di La7 delle 20, il direttore, Enrico Mentana a proposito del destino televisivo del giornalista ha detto: “Adesso spetta a Santoro prendere la decisione definitiva’’. ‘’Ci sono stati numerosi incontri, ma com’è ovvio Santoro doveva prima decidere cosa fare con la Rai. Noi, lo abbiamo già detto, lo accoglieremmo a braccia aperte’’.


Per il presidente della Rai, Paolo Garimberti ognuno è artefice del proprio destino. ‘’Spiace sempre perdere un professionista come Michele Santoro – dice – ma, come ebbi modo di dire un anno fa quando già si polemizzava su un suo possibile addio alla Rai, ho profondo rispetto per il diritto di ciascuno di essere artefice del proprio destino’’. “Qualche giorno fa -prosegue- sono stato informato dal Direttore Generale e da Michele Santoro che erano in corso riservatissimi contatti tra le parti per trovare una soluzione consensuale al complesso contenzioso tra Rai e il giornalista, contatti che sono evidentemente proseguiti’’.


Politici, colleghi e collaboratori commentano il “divorzio”


ROMA – Marco Travaglio commenta così la conclusione del rapporto di lavoro tra Santoro e l’azienda pubblica: “Finalmente la Rai ha coronato il suo sogno: hanno distrutto la trasmissione più vista e redditizia dell’approfondimento giornalistico del servizio pubblico. Complimenti a chi ci è riuscito e complimenti a chi ha ordinato tutto ciò”. “Sono riusciti – continua – ad affondare l’ammiraglia della loro flotta. Si sono sparati sui piedi, sport in cui eccellono da 15 anni a questa parte. Sono dei geni a farsi del male. Ogni colpo che danno alla Rai è qualche milioncino che entra nelle casse di Mediaset, è ovvio’’.


Secondo Lucia Annunziata ‘’è uno sbaglio mandare via Santoro dalla Rai. Uno sbaglio editoriale e industriale. Che indebolisce la Rai’’. ‘’Credo che i giornalisti in azienda e i conduttori in particolare -continua – debbano dimostrare il proprio dissenso da quella che appare come una vera e propria espulsione su base politica che offende anche chi rimane in Rai. D’accordo o meno che si sia con Santoro il suo caso è divenuto il metro di misura dell’indipendenza aziendale’’.


Il segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Rai, Carlo Verna, chiede di ‘’sapere il perché di un divorzio, che di sicuro penalizza notevolmente l’offerta Rai’’.


Mentre il consigliere d’amministrazione Antonio Verro si dice ‘’molto preoccupato’’ perché nella transazione ‘’non c’è la clausola di ‘non concorrenza’’’.


Sul fronte politico, il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando, osserva: ‘’E’ chiaro a tutti che Michele Santoro va via perchè considerato dai vertici Rai come ospite sgradito nonostante il suo grande successo del 21% di share fisso in un canale che di media raggiunge l’8%. E’ una scelta suicida da parte dei vertici aziendali, che va contro la volontà degli italiani e contro la qualità del servizio pubblico radiotelevisivo’’. ‘’E’ evidente – aggiunge – che in Rai vige ancora ‘l’Editto Bulgaro’ nei confronti di giornalisti come Santoro e di altre libere trasmissioni. L’Italia dei Valori esprime piena solidarietà nei confronti di un professionista come Santoro e si augura che, fino all’ultimo momento, l’azienda torni sui suoi passi”.


Per il parlamentare del Pd ed ex-ministro delle comunicazioni, Paolo Gentiloni, ‘’per il servizio pubblico si conclude nel peggiore dei modi una guerra decennale combattuta per conto di Berlusconi’’.


Il vignettista Vauro, ospite fisso del talk show e grande amico di Santoro, commenta la notizia in questi termini: “Il rapporto tra la Rai e Annozero in questi anni è stato difficile, lo sanno tutti. Da questa Rai ci si può aspettare qualsiasi cosa, anche la notizia che mi ha appena dato. Peccato, perchè finalmente due settimane fa mi avevano fatto firmare il contratto, con mesi di ritardo…”. Vauro aggiunge: “Michele (Santoro, ndr) ha dovuto difendersi da tante pressioni”. Al vignettista viene chiesto se, eventualmente, sarebbe disposto a seguire Santoro a La7 (si parla infatti di trattative per portare ‘Annozero’ sulla rete di Mentana, ndr): “Nel caso ci andrei, è normale”.


L’allontanamento dalla RAI e la reintegrazione


Il 18 aprile 2002, durante una conferenza stampa a Sofia, in Bulgaria, Santoro, il giornalista Enzo Biagi e il comico Daniele Luttazzi vengono duramente attaccati dall’allora Presidente del Consiglio Berlusconi, il quale li definì come individui che avevano fatto “un uso criminoso della televisione pubblica” (episodio noto come Diktat Bulgaro).


Santoro replicò a questo atto censorio di Berlusconi, definendo il premier come “un vigliacco, che abusa dei suoi poteri per attaccare persone più deboli di lui, alle quali non concede il diritto di difesa”.
Nella puntata di Sciuscià, del giorno successivo, il conduttore del programma televisivo, per protesta, iniziò la puntata intonando il canto partigiano “Bella ciao”. Il 31 maggio va in onda l’ultima puntata della trasmissione: il Cda RAI, a maggioranza di centrodestra, cancella il programma, per “motivi di tutela aziendale”; verranno licenziati e allontanati dalla RAI anche Biagi (rapporto cessato per scadenza del contratto e non rinnovato) e Luttazzi.


In seguito a queste vicende, e al conseguente allontanamento dall’azienda, Michele Santoro ha fatto causa alla RAI per licenziamento senza giusta causa, in una querela che si è conclusa nel 2005 con una sentenza del Giudice del lavoro del Tribunale di Roma che ha dato ragione a Santoro e quindi ha condannato la società pubblica ad un risarcimento danni pari ad 1 milione e 400 mila e ordinato la reintegrazione del giornalista nelle funzioni in RAI per programmi di prima serata.


Santoro aveva effettivamente ricominciato a lavorare per l’azienda in prima serata, ma soltanto nel settembre del 2006, dopo l’insediamento del secondo governo di Romano Prodi.