Pdl risponde al Colle: E’ un diritto anche non votare

ROMA, – Il Pdl risponde a Giorgio Napolitano rilanciando con il diritto a non votare. Pd e Idv non perdono le speranze di poter raggiungere il tanto agognato quorum e rinnovano l’appello al voto. Il segretario dei democratici Pier Luigi Bersani va anche oltre ostentando un certo ottimismo.
– Si vince facile come a Milano – afferma. Votare sì, insiste Giuseppe Lumia, sempre del Pd, significa anche contrastare le eco-mafie che ormai si sono infiltrate nella gestione dei rifiuti e dell’acqua. E’ dunque battaglia fino all’ultimo colpo tra maggioranza e opposizione sui referendum.

Intanto, la decisione della Corte Costituzionale di rendere comunque ammissibile il nuovo quesito sul nucleare (‘’è chiaro e univoco’’) viene salutata dalle opposizioni con assoluta soddisfazione.
– Si festeggia una nuova vittoria della sovranità popolare – commenta il leader dell’Idv Antonio Di Pietro
Dal canto suo, il responsabile ‘Green economy’ del Pd, Ermete Realacci, afferma:
– L’arroganza del governo è stata nuovamente sconfitta’.

La maggioranza, invece, sembra pronta a dividersi con la Lega sempre più orientata a votare ‘si’, almeno sui quesiti che riguardano l’acqua e il Pdl invece che rivendica il ‘’dovere’’ di non andare a votare, parafrasando quanto detto dal Capo dello Stato: ‘’Faccio sempre il mio dovere di elettore’’.
– Votare per il referendum – rimarca il presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli (Pdl) – è un diritto, ma non un dovere: la volontà popolare si può esprimere anche non andando a votare, cercando di non far raggiungere il quorum.

Il capo dello Stato, invece, non vuole aggiungere altro. Interpellato dai giornalisti sul fatto se fosse da temere o meno l’astensionismo, Napolitano risponde che quello che doveva dire lo aveva già detto ieri. Inutile insistere.
Il governatore del Veneto Luca Zaia esce allo scoperto e dice che lui il 12 e 13 giugno andrà a votare e lo farà per quelli su acqua e nucleare. Escludendo, almeno a sentire la sua dichiarazione, quello più spinoso sul legittimo impedimento contro il quale si schiera l’intero Pdl. Per quanto riguarda Bossi, al momento fa fede quanto sostenuto qualche giorno fa quando disse che c’erano alcuni ‘’quesiti attraenti’’ come quello sull’acqua. Ma si sa che la base propenderebbe per andare alle urne piuttosto che per disertarle.

Anche il Terzo Polo non ha una linea unitaria: l’Udc dirà ‘no’ a quelli sull’acqua e per il resto lascerà libertà di voto. Anche il finiano Italo Bocchino ribadisce che non verrà data alcuna indicazione in merito. Mentre Francesco Rutelli avverte: voterà ‘no’ a quello sulla privatizzazione dell’acqua, mentre dira’ ‘si’ a quello anti-atomo. Intanto scoppia la polemica sulla ‘’disinformazione’’ che starebbero facendo i Tg Rai. Due giorni fa il Tg1 aveva dato una data sbagliata. Ieri ‘’l’errore’’ lo ripete il Tg2. Con il deputato del Pd Roberto Zaccaria che attacca a testa bassa.
– Il dubbio su una regia – commenta – a questo punto è legittimo.

E polemica è anche sulla vicenda del voto degli italiani all’estero arrivata a un vero ‘impasse’. Il quesito sul quale si sono espressi 3,2 milioni di connazionali residenti fuori Italia è diverso da quello che verrà presentato agli elettori il 12 e 13 giugno, ma ormai sembra che non ci sia più nulla da fare: tempi per farli rivotare, assicurano, non ci sono. E l’opposizione, a cominciare da Ermete Realacci (Pd), invita il governo a dire una parola di chiarezza sulla questione per evitare che poi scoppino ‘’controversie postume’’. Di Pietro lancia una proposta: la Cassazione non conti il loro voto ai fini del raggiungimento del quorum.
– Lunedì pomeriggio – annuncia – alla chiusura dei seggi, depositeremo ricorso in Cassazione perchè sollevi conflitto d’attribuzione alla Consulta in merito al voto degli italiani all’estero.

Il leader Idv infatti è certo che saranno ‘’proprio quei voti a fare la differenza’’: oltre il 50 % ‘’ci arriviamo – afferma – al 58 % no’’.